Dopo i recenti datirilasciati dall'Inps sul futuro previdenziale dei nati negli anni '80, appare ancora più evidente l'importanza di sostenere il comparto della previdenza integrativa. Sulla base di questo presupposto i sindacati sono tornati negli scorsi giorni a rimarcare la necessità di un intervento del legislatore per sostenere lo sviluppo del secondo pilastro pensionistico, al fine di tutelare lo stile di vita dei lavoratori in età avanzata. "La previdenza complementare [...] rimane ancora poco diffusa tra i lavoratori delle piccole e piccolissime imprese e nel settore pubblico".
Ad affermarlo è l'esponente della Cisl Maurizio Petriccioli, intervenendo ad un Convegno organizzato dalle principali sigle sindacali. Che prosegue puntano il dito contro le mancanze del legislatore, spiegando che il Governo deve costruire "condizioni di investimento favorevoli", in modo da "garantire la sicurezza del risparmio degli aderenti".
Fondi pensione, la Cgil chiede di rivedere la tassazione sul secondo pilastro
Sul nodo dei fondi pensione è intervenuta anche Vera Lamonica della Cgil, che ha posto all'evidenza dei presentiprima di tutto "i risultati molto positivi registrati in questi anni dai fondi pensione negoziali". Tra le misure chieste al legislatore per cercare di consolidare il settore, vi è la necessità di "riportare la tassazine sui rendimenti all'11% e di sviluppare campagne di educazione previdenziale".
In secondo luogo, gli attivi depositati nella previdenza integrativa dovrebbero poter andare a beneficio dello sviluppo del Paese, ad esempio attraverso l'attuazione di "politiche di investimento pubblico rivolte alla creazione di nuova occupazione". Infine, non bisogna dimenticare che il secondo pilastro va a coordinarsi con la previdenza pubblica, che necessita di"un intervento radicale".
Un tema, quest'ultimo, per ilquale la Cgil e le altre sigle sindacali si preparano a dare battaglia con la convocazione di una piattaforma unitaria prevista per il prossimo 17 dicembre.
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