Oltre il 40% dei pensionati può contare su un assegno inferiore alle 1000 euro al mese: è questo probabilmente il dato maggiormente rappresentativo dell'attuale situazione previdenziale, secondo lo studio presentato nella giornata di ieri inerente i dati Inps per l'anno 2014. Un dossier che però mette in evidenza tutte le dicotomie presentate dall'attuale sistema, visto che il peso del welfare e della previdenza nello scorso anno è ammontato a 277 miliardi di euro, andando a pesare per oltre il 17% sul prodotto interno lordo. E questo nonostante la riforma Fornero avvenuta nel 2011 abbia di fatto diminuito la platea dei pensionati di circa 400000 unità, visto che sono passati dai 16 milioni e 668 mila del periodo pre-riforma ai 16 milioni e 259 mila di oggi.

Numeri che evidentemente registrano l'impatto di un irrigidimento nei criteri anagrafici e contributivi utili per uscire dal lavoro e ottenere il meritato accesso alla pensione pubblica.

Pensioni Istat, ecco come sono distribuiti gli assegni di chi è a riposo

Stante la situazione, può essere interessante anche approfondire i dati sulla effettiva distribuzione delle mensilità. Secondo l'Istat, un quarto dei soggetti in quiescenza ha diritto a ricevere più di un vitalizio previdenziale o di welfare.Si tratta di circa quattro milioni di individui, mentre esiste anche una parte della platea (appena inferiore all'8%) che ha maturato il diritto a ricevere tre differenti Pensioni. Se invece si analizza la distribuzione del reddito, appare lampante la progressiva discesa dei vitalizi in coloro che hanno ottenuto recentementel'accesso all'Inps. Il reddito medio di chi è appena entrato in quiescenza corrisponde infatti a poco meno di 14000 euro, con un distacco di circa 3000 euro rispetto a coloro che fruiscono già di una assegno.

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