Un tempo si utilizzava l'accezione ''Autunno caldo'' per definire l'ondata di scioperi che riguardava diversisettori, e che si verificavano soprattutto nei mesi di ottobre e novembre. Oggi questa definizione ha perso un po’ di senso, sia perché, causa recessione, gli scioperi si verificano durante tutto l'anno solare, sia perché, dati gli sconvolgimenti climatici, ''autunno caldo'' più che una metafora sociale, è diventata una realtà meteorologica. Comunque, semiotica a parte, se si guarda a quanto accadrà tra domani,martedì 15 e sabato 19 dicembre, la definizione ''autunno caldo'' ci sta proprio tutta.

Già, perché a pochi giorni dal Natale, sciopereranno diverse categorie di lavoratori, con non pochi problemi per i servizi sanitari, lo shopping e altro ancora. Vediamo allora di seguito chi incrocerà le braccia e per quali motivi.

Le proteste di statali e medici

Domani inizierà il pubblico impiego, che ha organizzato uno sciopero dinanzi a Montecitorio sotto lo slogan "non andiamo in vacanza". Oggetto della diatriba con la Politica è il rinnovo contrattuale, fermo al palo dal 2009 e verso cui la Consulta si è già espressa negativamente, ritenendolo illegittimo. Il giorno successivo, mercoledì 16 dicembre, ad incrociare le braccia per ventiquattro ore saranno i camici bianchi del servizio sanitario nazionale. I medici si fermeranno sia per protestare sulla riduzione delle risorse del Fondo sanitario nazionale considerate insufficienti, sia per il rinnovo contrattuale, bloccato ormai da 6 anni.

Inoltre, la protesta riguarderà anche il piano vaccini (anche qui c'entrano le risorse finanziarie) e il provvedimento sull'appropriatezza.

Shopping a rischio?

Brutte notizie anche per chi è in procinto di fare shopping in vista del Natale. Difatti, il prossimo sabato 19 dicembre (per molti giorno cruciale per fare i regali) incroceranno le braccia i commessi di negozi, centri commerciali e supermercati.I sindacati affermano che, malgrado la mobilitazione d'inizio novembre, ancora nulla è stato fatto per questa categoria di lavoratori.

Anche qui, dunque, oggetto della disputa è il rinnovo contrattuale riguardante i dipendenti della Federdistribuzione. Il rischio è, dunque, di trovare molte saracinesche abbassate il prossimo sabato.