Proseguono i lavori alla Camera sugli emendamenti da apportare alla legge di stabilità sul tema della riforma delle pensioni 2016: le ultime novità riguardano in primo luogo la questione dell’opzione donna – possiamo già anticipare che non c’è stato nulla da fare per le nate nell’ultimo trimestre del 1957 o del 1958, le quali dovranno sperare che ‘avanzi’ qualcosa dal fondo per poter fare richiesta; in secondo luogo, arriva la tanto agognata sospensione della penalizzazione per coloro che sono andati in pensione prima del 2015. Restano, invece, completamente senza soluzione tutte le altre vertenze che attraversano il mondo della previdenza italiano: gli esodati, che non hanno visto l’allargamento della platea della settima e ultima salvaguardia – insomma chi si trova dentro è dentro, chi si trova fuori è fuori; i lavoratori precoci, infine, che non hanno visto riconoscersi alcun diritto alla pensione e a un’uscita con 40 o 41 anni di servizio e che dovranno, dunque, continuare a lavorare fino al raggiungimento dei requisiti previsti dalla riforma Pensioni Fornero.

Opzione donna: ultime novità riforma pensioni 2016

Per quanto riguarda l’opzione donna, la soluzione trovata è stata di compromesso: la proroga, infatti, sarà possibile soltanto se dovessero avanzare risparmi dai fondi messi a disposizione dall’esecutivo con la manovra di stabilità. Cosa significa nel concreto? Che le nate da partire dal 1° ottobre del 1957 o del 1958 potranno fare richiesta di accesso al beneficio soltanto se avanzeranno fondi per la prosecuzione della sperimentazione; in questo senso, ogni anno l’Inps dovrà presentare al governo lo stato dei costi per l’opzione donna, e, qualora dovessero avanzare dei soldi, allora l’esecutivo, mediante un provvedimento legislativo successivo, potrebbe disporre l’utilizzazione di tali risorse.

È chiaro come si tratti di una soluzione di compromesso: ad esserne, comunque, entusiasta è Cesare Damiano che ritiene il lavoro sugli emendamenti per le questioni lavorative e previdenziali assolutamente positivo: meglio di così non si poteva fare, in attesa di una vera riforma delle pensioni per il 2016.

Riforma pensioni, novitàprecoci: l’ennesimo stop

Se Cesare Damiano è entusiasta, quelli che proprio non possono dirsi tali sono i lavoratori precoci. La loro situazione non è stata presa in considerazione mai sul serio dalla classe politica, in quanto considerati ‘pochi’ e ‘residuali’: al momento, per i lavoratori precoci il requisito contributivo è di 42 anni e 6 mesi che salirà a 42 anni e 10 mesi a partire dal 1° gennaio 2016.

La speranza è che arrivi prima una riforma delle pensioni per il 2016 che sani questa situazione sicuramente tra le più paradossali: chi ha iniziato a lavorare giovanissimo, è costretto a lavorare anche di più degli altri. Non resta altro che attendere le decisioni del governo Renzi, anche se la strada sembra essere in salita. Per le ultime notizie sulle pensioni, cliccate su ‘Segui’, e se volete lasciare un commento o un appello, fatelo qui sotto.