Il tentativo di fermare la Buona Scuolamediante il ricorso alla via giudiziaria è una delle poche armi rimaste in mano ai docenti abilitati esclusi dal piano di assunzioni. Comprensibili le reazioni a caldo improntate alla preoccupazione per la sorte dei tanti ricorsi pendenti nei diversi tribunali italiani. Il 29 gennaio scorso una sentenza dei giudici di Palazzo Spada ha respinto una cautelare presentata in favore di diverse categorie di abilitati con Tfa, Pas, Sfp e rimesso alla plenaria la sorte dei diplomati magistrali ricorrenti. Subito in rete è scattato l'allarme per la situazione di chi attende un analogo pronunciamento da parte dello stesso organo giudicante.
Una sentenza negativa sarebbe accolta come un segno di resa definitiva ed un invito a fare il concorso.
Precedenti opposti
E' di pochi giorni fa una sentenza del Tribunale del Lavoro di Palermodall'esito totalmente opposto. Già questo dovrebbe imporre una attenta riflessione sull'opportunità di presentare un ricorso che abbia un oggettivo criterio di omogeneità. Lamentare al giudice la lesione di un diritto soggettivo per una abilitazione specifica per la quale si richiede l'ingresso nelle Gae comporta uno studio della situazione attraverso il quadro normativo di riferimento che potrebbe anche avere un riscontro positivo. E Palermo non è stato l'unico tribunale ad aver immesso in Gae un abilitato Tfa.
Basti ricordare quello di Cremona adito con successo dall'avv. Sirio Solidoro e quello di Livorno; ma anche Pordenone ha giudicato in senso favorevole sia gli abilitati con Tfa che con Pas, accogliendone le cautelari.
Riflessioni di opportunità
Non è da escludere che uno dei motivi del rigetto da parte del Consiglio di Stato trovi la sua ragion d'essere nella disomogeneità delle posizioni, condizione di ammissibilità essenziale tra le altre necessarie.
Sembra improvvido e defatigatorio presentare una tale diversità di posizioni in virtù delle diverse leggi che regolano i valori abilitanti dei titoli conseguiti dai docenti. Ciascuna segue un iter logico e processuale differente dall'altra. A titolo di esempio ricordiamo che lo stesso collegio giudicante aveva precedentemente accolto il ricorso per 15 abilitati con Pas, patrocinati dallo studio legale Marotta di Caserta, con una ordinanza favorevole vergata dal giudice Giulio Castrota Scanderberg, lo stesso che faceva parte del collegio che ha respinto la cautelare “mista”, trovando che fosse fondato nel merito.
Aspettando la plenaria
Indubbiamente fa scalpore che lo stesso collegio giudicante della sentenza 1973 2015 presieduto dal giudice Patroni Griffi abbia rimesso alla plenaria la situazione dei diplomati magistrali coinvolti nel ricorso in oggetto. Premesso che non tutto è perduto e che occorrerà attendere l'esito dell'adunanza plenaria per capire quali strade alternative percorrere per vedersi comunque riconoscere un diritto già sancito dallo stesso Consiglio di Stato, se si guarda sempre all'ottica dell'omogeneità appare più facile capire come mai la cautelare sia stata “congelata”.