È entrata in vigore il primo gennaio 2016 la nuova legge di stabilità 2016, depositata dal governo Renzi lo scorso 15 ottobre ed approvata in terza lettura lo scorso 23 dicembre. Tra le tante novità contenute al suo interno spiccano quelle inerenti le Pensioni, tra queste vi èil part-time, ecco dunque come funziona questa novità.

Riforma Pensioni, Part-Time: cosa è e chi ne ha diritto

Quella del part-time a partire dai 63 anni rappresenta senza ombra di dubbio una delle misure di preponderante importanza della legge di stabilità 2016. Questa è rivolta ai lavoratori dipendenti del settore privato a tempo indeterminato ai quali mancano non più di tre anni per accedere allapensione di vecchiaia.

Sarà possibile usufruire dell’agevolazione del part-time soltanto su base volontaria previo accordo con il datore di lavoro. Ecco come funziona: il part-time consente di ottenere una riduzione dell'orario di lavoro tra il 40% ed il 60%, il datore di lavoro sarà tenuto a versare in busta paga i contributi netti che avrebbe dovuto versare all’Inps mentre il lavoratore avrà i contributi figurativi dallo Stato. È possibile richiedere l’attivazione del part-time solo a partire dai63 anni e 7 mesi di etàper gli uomini e 62 anni e 7 mesi per le donne. La misura verrà attivata dal 2016 al 2018 poiché si tratta di una manovra sperimentale ma il dato più importante è che non prevede detrazioni o ritocchi sulle pensioni di chi usufruisce del servizio.

Così facendo una volta maturati i requisiti per andare in pensione, il lavoratore che avrà concluso la sua carriera usufruendo del part time riceverà comunque un assegno pensionisticocome se avesse lavorato a tempo pieno, dunque senza alcuna penalizzazione dovuta alla riduzione delle ore di lavoro.

Pensione anticipata: la nuova battaglia del 2016

Nel frattempo i vertici del governo rendono noto che la nuova battaglia del 2016 sarà quella per la pensione anticipata. Infatti, il non aver inserito all’interno della legge di stabilità 2016 la spinosa questione della pensione anticipata e la conseguente modifica della legge Fornero ha suscitato una marea di polemiche soprattutto da parte dei sindacati.