Un istituto particolarmente importante per milioni di italiani è sicuramente la pensione di vecchiaia. Al raggiungimento di una certa età anagrafica, i soggetti che non hanno una storia lavorativa che li ha portati ad avere molti anni di contributi, devono attendere l’età necessaria per la pensione. Tra Legge Fornero, aumento dell’aspettativa di vita, sistema misto, retributivo e contributivo, vediamo come si può andare in pensione di vecchiaia oggi.

Pensione nel sistema retributivo o misto

Negli anni, l’età per l’accesso alla pensione di vecchiaia, si è inasprito sensibilmente.

Fino al 2011, quindi prima della Legge Fornero, si poteva andare in pensione con 20 anni di contributi e 65 anni di età se uomini, mentre per le donne l’età fissata era a 60 anni (61 per le lavoratrici statali). Impressionante lo scatto in avanti dell’età necessaria perché, fermo restando il requisito contributivo, l’età necessaria dal 1° gennaio 2016 sarà di 66 anni e 7 mesi per i maschi e 65 anni e 7 mesi per le donne (66 ed un mese per le autonome). Questa differenza di genere finirà nel 2018, anno in cui la pensione di vecchiaia avrà i medesimi requisiti indipendentemente dal sesso del lavoratore. Queste soglie valgono per tutti quelli che hanno una anzianità contributiva precedente al 1996, cioè che hanno iniziato a lavorare prima del 31 dicembre 2015.

Questi soggetti rientrano nel sistema retributivo o misto, sistema più vantaggioso rispetto al contributivo, sia per i requisiti che per gli importi di pensione. Per il raggiungimento dei 20 anni di contributi necessari, sono utili tutti i contributi del lavoratore, a qualsiasi titolo versati, senza distinzione. Come dicevamo, oltre alla Fornero, anche i dati Istat che determinano l’aspettativa di vita degli italiani produce un aumento dell’età necessaria per la pensione.

Nel 2016 sono stati aggiunti altri 4 mesi e si prevede che, aumento per aumento, nel 2029 saranno necessari 68 anni ed un mese.

Il contributivo e la pensione ben oltre i 70 anni di età

Ancora peggio è la situazione per coloro che hanno iniziato a versare contributi dopo il 31 dicembre 1995, cioè nel sistema contributivo. Per loro, vale lo stesso il requisito dei 20 anni di contributi, ma per ottenere la pensione sarà necessario che l’importo dell’assegno sia almeno pari ad 1,5 volte l’assegno sociale, cioè 672,78 euro (importo assegno sociale 2016 € 448,52).

Se l’importo della pensione risulti essere superiore a questa cifra, la pensione sarà assegnata con le stesse regole e con gli stessi requisiti di quelle di cui parlavamo nel paragrafo precedente. In caso contrario, la pensione viene concessa al raggiungimento di 70 anni e 7 mesi di età, sempre che ci siano almeno 5 anni di contribuzione effettiva versata, quindi non figurativa. Anche per questi, l’aumento dell’aspettativa di vita produrrà aumenti biennali di età necessaria, che porterà l’età necessaria per la pensione a 72 anni ed un mese nel 2029. Unica nota positiva, ma che difficilmente farà tornare il sorriso ai futuri pensionandi è la decorrenza della pensione. Eliminato il meccanismo delle finestra mobili, la pensione non scatterà a periodi prestabiliti ma dal 1° giorno del mese successivo a quello in cui si raggiunge il requisito dell’età anagrafica.