Si registra un nuovointervento della Cida presso la Camera dei Deputati: l'associazione che si occupa di rappresentare manager e dirigenti torna a parlare di Pensioni e a chiedere un intervento di flessibilizzazione nell'uscita dal lavoro. "Le riforme del 2011 hanno innalzato l'età di pensionamento" ha spiegato un rappresentante della Cida in audizione, mettendo in risalto tutte le contraddizioni della riforma Fornero. "Si è ritenuto che questa fosse la strada obbligata per rafforzare la sostenibilità economica del sistema", visto che di fatto si ottenevano importanti risparmi obbligando le persone a restare sul lavoro in età avanzata.
Purtroppo non si è tenuto conto delle ricadute sul versante occupazionale, visto che da un lato si è accentuato il fenomeno "dell'espulsione dei lavoratori a partire dai 55 anni" e dall'altro "si impedisce di maturare una pensione adeguata a giovani e donne".
Riforma pensioni, la Cida suggerisce un intervento di flessibilizzazione
Stante la situazione, il dossier presentato dall'associazione dei manager e dirigenti al Parlamento prevede un pacchetto di interventi che mira a flessibilizzare immediatamente l'accesso alla pensione. A partire dalla proroga dei meccanismi di tutela già in atto, come quello dell'opzione donna o del turn over tramite part time. Per proseguire con lacreazione di strumenti che consentano "un'adeguata flessibilità in uscita", con particolare riferimento a coloro che vivono situazioni di disagio come nel caso dei caregiver.
Resta poi la necessità di agiresul tema del welfare e del sostegno ai lavoratori ultra 55enni, che spesso vengono espulsi dal mercato senza una reale ed effettivapossibilità di ricollocarsi ed ancora troppo lontani dai requisiti di pensionamento. Per questi soggetti la Cida suggerisce di creare un reddito di base che possa assicurare il sostentamento fino all'ingresso nell'Inps.
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