Senza essere pessimisti più del necessario, il tema della pensione anticipata è una patata bollentesia per chi (i politici) intende riformarla che per i lavoratori. Per via delle numerose modifiche, tra coefficienti, contributi in settimane, sistemi retributivi e contributivi, si rischia di non capire se e come andare in pensione. Vediamo quindi alla luce delle novità 2016, come si può sbrogliare questa matassa.

Pensione anticipata

Importanteper la pensione anticipata è sapere dove ricade il periodo di lavoro svolto, cioè se nel sistema retributivo o contributivo.

Il retributivo consente il calcolo della pensione rivalutando la media dei salari o dei redditi autonomi ottenuti durante la vita lavorativa. Il contributivo invece consente di calcolare la pensione solo ed esclusivamente sull’ammontare dei contributi per la pensione versati. La Riforma Fornero ha cestinato il primo proprio per permettere allo Stato di risparmiare risorse a discapito dei pensionati. Oggi ci sono ancora lavoratori che hanno parte dei propri contributi (almeno 18 anni) versati nel sistema retributivo. Trattasi di quei lavoratori che hanno iniziato a lavorare prima del 1996 e che fino al 2011 (Legge Fornero), hanno versato contributi nel sistema retributivo. Oggi,e fino al 2018, sono necessari 42 anni e 10 mesi per gli uomini (2227 settimane) e 41 anni e 10 mesi per le donne (2175 settimane).

Nel computo di questi contributi, il requisito necessario è aver perfezionato almeno 35 anni di contributi senza tener conto di quelli figurativi derivanti da periodi di disoccupazione o malattie indennizzati. Per quelli che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995, cioè che rientrano totalmente nel sistema contributivo, i requisiti di uscita sono gli stessi ma i contributi sono validi totalmente, anche i figurativi. Unica eccezione sono quelli versati prima del compimento dei 18 anni di età (precoci) che sono rivalutati di 1,5 volte e quelli volontari anche se autorizzati dall’INPS. Per questi c'è anche una possibilità di anticipare a 63 anni l'uscita, ma solo se nel 2016 si raggiungano 20 anni di contributi effettivi e se la pensione che si otterrebbesia superiore ad € 1255(2,8 volte l'assegno sociale 2016).

Penalizzazioni

Perchi ha18 anni versati fino al 31 dicembre 1195, si parla di sistema retributivo, mentre per coloro che alla stessa data hanno meno di 18 anni versati, si parla di sistema misto. Questa differenza è importante per il calcolo e le penalità di assegno. La penalizzazione scatta ed aumenta in base agli anni di anticipo in cui si maturano i requisiti per l’uscita rispetto ai 62. Per esempio,un soggettoche raggiunge42 anni e 10 mesi di contributi oggi, potrebbe andare in pensione anchea 59 anni, ma subendo un taglio del 4% su quanto maturato fino al 2011. Si nota che la penalità, si applica solo ai periodi che ricadono nel sistema retributivo perciò,un lavoratore che ha almeno 18 anni versati entro fine 1995, si vedrà tagliare quanto maturato fino al 31 dicembre 2011.

Se invece, al 31 dicembre 1995, i contributi versati fossero inferiori ai 18 anni, ricadendo nel sistema misto, la penalizzazione sarebbe solo su quanto maturato fino a fine 1995. A dire il vero, la Legge di Stabilità ha bloccato questa penalizzazione fino a tutto il 2017, quindi coloro che raggiungono i requisiti quest’anno, sono al riparo da tagli di assegno, ma a partire dal 2018, salvo ripensamenti da parte della nostra politica, si tornerà a penalizzare le uscite in anticipo.