A pochi giorni dall'approvazione della legge di stabilità 2016,gli esponenti del Partito Democratico continuano a premereper modificare la famigerata legge varata nel 2011 dall'ex ministro del Lavoro Elsa Fornero. Secondo i deputati Dem è una priorità, visto che la norma pensionistica ha penalizzato e continua a penalizzare gran parte dei lavoratori italiani.
La nuova Finanziaria, infatti, non ha tenuto in considerazione molti aspetti che avrebbero potuto garantire maggiore flessibilità dopo che il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha reso nota la sua volontà di riaprire il caso a partire dal 2016.
Nella nuova legge di stabilità sono contenute le norme riguardanti la settima salvaguardia per gli esodati e la proroga fino al 31 dicembre 2015 dell'opzione contributivo donna mentre molti punti devono essere ancora chiariti. E' questo il motivo che ha spinto il Pd ad avanzare delle proposte al fine dicorreggere la normativa contenuta nella vecchia riforma.
Interventi in favore delle lavoratrici
Stando alle proposte avanzata dei Dem, infatti, si dovrebbe modificare l'art. 24 della legge Fornero che prevede il pensionamento per le lavoratrici dopo il raggiungimento di 70 anni di età, qualora l'assegno previdenziale non sia superiore ad una volta e mezzo l'assegno sociale. L'altra proposta riguarderebbe l'abrogazione della circolare Inps n.
35 del 2012 riguardante i pensionamenti delle lavoratrici nate nel 1952, dal momento che è la classe più penalizzata dalle norme severe dell'ex ministro Fornero.
Tra le proposte anche i benefici per coloro che assistono disabili
I Dem mirano anche ad introdurre dei benefici previdenziali a favore delle lavoratrici che assistono familiari con disabilità e delle lavoratrici madri.
Infatti, l'ipotesi dei Dem punta al riconoscimento di almeno 2 anni di anticipo fino ad un massimo di cinque anni per le lavoratrici madri. Per le donne che assistono familiari con disabilità, invece, si chiede che vengano riconosciuti come contribuzione figurativa i periodi di permessi per l'assistenza, al fine di incrementare l'importo dell'assegno.
E si continua a discutere ancora sulla flessibilità in uscita: i deputati del Pd, infatti, avrebbero chiesto più flessibilità per le donne, dando loro la possibilità di lasciare il lavoro dopo il raggiungimento di almeno62-63 anni di età con un minimo di 35 anni di versamenti accettando una decurtazione sull'assegno che varia in base agli anni di anticipo.