Le ultime dichiarazioni al vetriolo sulla tanto discussa tematica Pensioni precoci giungono da Rossano Pansa, un lavoratore precoce che è intervenuto in studio nella trasmissione 'Mi Manda Rai Tre' andata in onda il 21 gennaio. Il lavoratore confrontandosi con la politica presente in studio, Titti di Salvo (Pd), ha detto: noi non stiamo chiedendo l'elemosina, dopo 41 anni di lavoro, chiediamo di poter usufruire di un diritto, quello alla pensione,che crediamo di aver abbondantemente acquisito. E poi ha aggiunto, si parla tanto dell'impossibilità di eliminare pensioni d'oro, vitalizi e altro perché sono tutti diritti acquisiti, ma il nostro diritto, quello di poter andare in pensione perché ci viene negato, mi scusi?

Titti di Salvo, componente della commissione lavoro alla Camera, in realtà ha subito mostrato piena solidarietà ai lavoratori esordendo con "lei non deve scusarsi proprio di nulla, ha detto parole precise e corrette", le sue richieste, ha aggiunto l'onorevole, sono assolutamente lecite.Aumentano dunque i sostenitori della quota 41, vediamo in dettaglio quanto emerso in tv.

Non vogliamo nessuna elemosina, ma chiediamo un nostro diritto

Rossano Pansa, un lavoratore di 55 anni con già 41 anni di contributi alle spalle 'non ci sta' e esprime tutto il suo disprezzo nei confronti dell'attuale riforma Fornero. Rossano, racconta,ha iniziato a lavorarea 14 anni non per scelta ma per necessità ed ha sempre studiato di sera.

Rammaricato per il trattamento che il Governo sta riservando ai precoci dice in diretta su Rai Tre: "non ho potuto godere della mia gioventù, credevo almeno di poter godermi la mia vecchiaia", la Fornero, ha aggiunto sgomento, "mi ha rubato anche la vecchiaia". Con le attuali regole potrà accedere alla quiescenza solo dopo aver maturato 42 anni e 10 mesi e dunque nel 2018, ma , aggiunge, "beffa delle beffe verrò anche penalizzato, perché avrò solo 57 anni".

La legge attuale, lo ricordiamo, prevede dopo il 31/12/2017 il ripristino delle penalizzazioni per i lavoratori precoci che accederanno alla quiescenza prima dei 62 anni richiesti. Dunque il Signor Rossano dice andrò in pensione con 43 anni di contributi e con una penalizzazione del 2% per ogni anno di anticipo rispetto ai 60 anni e del 1% per ogni anno di anticipo tra i 60 e i 62, una "follia".

Noi non chiediamo al Governo nessuna elemosina, ripete Rossano, chiediamo di veder riconosciuto un nostro sacrosanto diritto. Dopo 41 anni di lavoro, serio, è un diritto poter accedere alla pensione e senza alcuna penalizzazione.

Titti di Salvo (Pd) appoggia il precoce Rossano

Assolutamente giuste le richieste del lavoratore, dice Titti di Salvo (Pd) presente in studio, il Governo dovrebbe appoggiare quanto prima il nostro Ddl 857 che prevede appunto la Quota 97 e la Quota 41 per i lavoratori precoci. 41 anni di lavoro sono più che sufficienti per poter godere della propria pensione. Infine l'onorevole, componente della Commissione Lavoro della Camera, si dice fiduciosa che il 2016 sarà l'anno della flessibilità e che si andrà verso una modifica strutturale della Legge Fornero, evoi ci credete ancora?