Il Ministro del lavoro Poletti ha annunciato la nuova misura del part time agevolato per chi è vicino alla pensione. Tale provvedimento, inserito nella stessa legge di Stabilità 2016, riguarda i lavoratori del settore privato, cui mancano 3 anni al relativo pensionamento di vecchiaia. L’obiettivo è quello di ridurre l’orario di lavoro dei lavoratori più anziani e favorire l’ingresso in azienda di giovani. In realtà già la Legge n. 208/15 ha introdotto uno strumento normativo per sperimentare la ‘staffetta generazionale’. Fino ad oggi però tale staffetta generazionale ha provocato una certa discriminazione nei confronti dello stesso lavoratore pensionando poichè insieme alla decurtazione di una parte di reddito, egli subiva anche un pregiudizio alla futura pensione.

Si vuole ora garantire quindi che la riduzione dell’orario non “pesi” più sulla futura pensione. La legge di stabilità 2016 predispone un nuovo meccanismo che consente di ovviare a questi inconvenienti e quindi di rendere effettivamente possibile la staffetta generazionale.

L’accordo fra datore e lavoratore produce un duplice beneficio

Il Governo ha quindi introdotto una specifica disciplina transitoria, che consiste nella trasformazione da tempo pieno a tempo parziale dei rapporti di lavoro subordinato. Il lavoratore, d’intesa con il datore di lavoro ha una riduzione tra il 40% e il 60 % del tempo di lavoro. Quindi dopo l’accordo con il suo datore di lavoro egli avrà un orario dimezzato (che potrà definire liberamente), un salario al 65% ed una pensione pari al 100 % di quella che avrebbe preso diversamente.

Il part time agevolato è la soluzione ideale per il dipendente che vuole uscire dal mondo del lavoro ma non può ancora farlo, sebbene abbia più di 66 anni. Lo stesso deve però aver maturato almeno 20 anni di contributi effettivi. Il beneficio che si può ottenere sulla base di tale reciproco accordo fa si che l’Inps garantisca la contribuzione figurativa sulla parte di prestazione non svolta.

Allo stesso tempo, il provvedimento introdotto assicura che l'azienda versi al lavoratore sia la retribuzione relativa alle ore lavorate, anche una quota di contributi che il datore avrebbe dovuto versare sulla parte non lavorata e pagata. Il datore di lavoro in questo modo “risparmia” sempre una parte di retribuzione, che può investire in nuove assunzioni.

Modalità operative della trasformazione da tempo pieno a part time

Tale retribuzione non è soggetta ad imposizione d’imposta ed è esente da contributi. Le modalità operative della staffetta generazionale verranno stabilite da un decreto ministeriale, da emanarsi entro 60 giorni. Il datore di lavoro deve presentare una domanda all’Inps e alla Direzione territoriale del lavoro per l’ammissione al beneficio. La domanda, previa verifica dei presupposti, può essere però accolta esclusivamente nei limiti degli stanziamenti economici previsti dalla legge di stabilità 2016 che sono in tutto 420 milioni con riferimento al biennio 2016-2018. L’Inps dopo il raggiungimento di tali limiti non prenderà in considerazione altre domande. Nei prossimi mesi si potrà verificare se tale meccanismo è davvero propedeutico al contestuale aumento delle opportunità occupazionali dei giovani.