Il segretario nazionale della Cisl Scuola, Lena Gissi, ha commentato l'accordo raggiunto dai sindacati con il Miur per quanto riguarda il contratto di mobilità 2016/7: ovviamente non si può ancora parlare di sottoscrizione del contratto vero e proprio, semmai di un'intesa su quelli che venivano presentati come i punti critici della discussione. Premesso che la mobilità comunale e provinciale non costituivano elementi di disaccordo, il nodo spinoso era rappresentato dalla mobilità interprovinciale e, naturalmente, dal possibile trasferimento su ambiti territoriali anche per i 'vecchi' docenti di ruolo.
Scuola, mobilità docenti news 26 gennaio: Cisl 'Confronto e negoziato gli strumenti più adatti'
Lena Gissi cerca di guardare al bicchiere mezzo pieno, parlando di confronto e di negoziato quali strumenti più adatti per tutelare le condizioni dei lavoratori anche di fronte a situazioni particolarmente difficili. Viene ancora una volta ribadito, comunque, come non cambi il giudizio su una legge che va cambiata in profondità e come Cisl Scuola abbia il dovere di cogliere qualsiasi opportunità si possa presentare in tal senso.
Il segretario ha sottolineato come, purtroppo, bisogna riconoscere che la legge 107 sia una legge vigente a tutti gli effetti e con la quale è necessario fare i conti: in ogni caso, il sindacato ritiene di aver strappato al Miur delle concessioni importanti, concessioni che la riforma Buona Scuola aveva inizialmente cancellato.
Mobilità docenti 2016/7: è un bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?
Lena Gissi ha parlato del mantenimento della titolarità su scuola per i docenti di ruolo prima del 2015, in caso di mobilità provinciale (nella legge 107 non era stata prevista nemmeno per gli insegnanti trasferiti d'ufficio). Per quanto riguarda, invece, la mobilità interprovinciale, Lena Gissi parla di 'opportunità di mantenere la titolarità su scuola', anche se su questo docenti hanno già espresso il loro scetticismo sull'effettiva realtà della normativa.
Infine si è parlato anche della possibilità di eliminare l'obbligo triennale di permanenza nella provincia di assunzione.
L'impressione è che si voglia dipingere un quadro luminoso della questione e nascondere gli inevitabili punti oscuri contenuti nel prossimo contratto mobilità docenti 2016/7.