Le ultime notizie sulle pensioni aggiornate ad oggi 5 gennaio si riferiscono ai preoccupanti numeri della legge Fornero tracciati da Marco Valeri de Il Tempo e l'affondo contro i diktat dell'Unione Europea sul tema previdenziale da parte di Cesare Damiano. Come è cambiata la geografia dell'Italia in pensione? Come cambierà nel prossimo futuro? Quali sono le proposte del presidente della commissione Lavoro alla Camera? Temi trattati diffusamente sull'ultimo articolo del giornalista Valeri che vi riportiamo dettagliatamente qui di seguito.
Pensioni, diminuiscono i pensionati
Non c'era forse bisogno dell'analisi sul numero dei pensionati per conoscere quella che, dopo la riforma pensioni della Fornero, è una realtà percepibile ad occhio nudo: in Italia si va sempre più tardi in pensione e ciò comporta un vistoso calo dei pensionati, di coloro che raggiungono l'età per uscire dal mondo del lavoro e andare a riposo con il proprio assegno previdenziale, sempre più leggero per giunta.
L'articolo de Il Tempo sottolinea come, dati Istat alla mano, i pensionati di vecchiaia in un anno sono scesi di 102 mila unità. Non solo, nel 2014 in Italia coloro che godevano della pensione erano poco più di 16 milioni, 134 mila persone in meno rispetto al 2013.
La situazione non è di certo destinata a migliorare nel prossimo futuro, poiché nel 2019 per andare in pensione occorrerà raggiungere i 66 anni e 7 mesi di età.
Numeri che chiariscono una volta di più la protesta dei lavoratori precoci, tra i più penalizzati dall'attuale riforma delle Pensioni. Dal 2016 i precoci per andare in pensione dovranno aspettare 42 anni e 10 mesi di contributi.
Se il governo non interverrà per modificare la legge Fornero, nei prossimi anni coloro che hanno iniziato a lavorare prima dei 20 anni di età dovranno restare nel mondo del lavoro anche dopo 44-45 anni di contributi. Come più volte abbiamo scritto nel 2015, un futuro inaccettabile - non che la realtà sia diversa - per questa categoria, che chiede al premier Renzi l'approvazione del disegno di legge 857 contenente l'ormai famosa quota 41.
Proprio ieri abbiamo parlato della promessa di Renzi, ricordata di recente da Cesare Damiano. Come ci hanno fatto notare i nostri lettori, i famosi 90 giorni scadranno tra pochi giorni. Difficilmente avremo proposte concrete già a gennaio, ma vale la pena sottolineare ancora la virtuale stretta di mano tra Damiano e Tito Boeri, con il primo che ha fatto un'importante apertura nei confronti della proposta del presidente dell'Inps a patto che vengano apportate alcune modifiche, tra cui l'introduzione di quota 41.
Cesare Damiano e l'Unione Europea
Quando si parla di pensioni la figura di Damiano è molto importante. Le sue dichiarazioni accendono sempre dibattiti nuovi e accesi tra i lavoratori. Faranno sicuramente discutere anche le ultime parole pronunciate dall'ex ministro del Lavoro in merito all'Unione Europea, dichiarazioni riprese anche da Il Tempo.
Cesare Damiano chiede a Renzi di modificare una legge - la riforma Fornero - imposta all'Italia dalla Troika europea nel 2011. L'esponente dem va oltre, sottolineando come il nostro Paese debba liberarsi "dall'ansia italica nei confronti della Ue anche quando si parla di flessibilità delle pensioni". Damiano ha aggiunto inoltre che "più flessibilità nelle pensioni significa più lavoro per i giovani". Un'equazione del mondo reale troppo spesso ignorata.
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