AMi manda Rai, Tre l'ex ministro Elsa Fornero, fautrice della legge che porta il suo nome rilascia un'intervista nella quale tratta diverse tematiche tutte legate al tema Pensioni. La Fornero risponde ad alcune domande e nei suoi discorsi esplica tutto ciò che ha fatto per operare a favore dell'Italia, in positivo.

Elsa Fornero ed il tema pensioni

Elsa Fornero cita la riforma che porta il suo nome e non ha per essa parole positive. L'ex ministro è conscia delle rigide disposizioni di questo ddl, che doveva godere di una vita temporanea. Dopo essere stata convocata da Monti nel 2011, periodo di forte crisi economica nel nostro paese, Elsa Fornero ha siglato la parte previdenziale delal Legge Salva Italia, più nota come Legge Fornero.

L'intenzione era quella di mantenere tale ddl fisso nella sua struttura per un periodo di tempo limitato e di intervenire, in seguito per modificarlo. Così non è stato e da quattro anni la situazione langue.

Lavoratori precoci: Elsa Fornero cercò di agire in loro favore sostenendo che, se le pensioni più alte, comprese quelle di politici, fossero state tagliate del 25% si sarebbe potuto godere di un fondo dal quale attingere per garantire ai lavoratori che hanno iniziato a lavorare prima dei 18 anni un'uscita equa dal mondo del lavoro. Intervenne la Corte Costituzionale che bloccò l'intero progetto e non fu più possibile agire in tal senso.

Opzione donna: Elsa Fornero asserisce di essere favorevole nel garantire questa forma di tutela, iniziata a suo tempo come sperimentale.

Per garantire questa forma di tutela verso le lavoratrici donne, l'ex ministro suggerisce l'applicazione del sistema contributivo in toto.

Quota 96: sull'impossibilità degli appartenenti a questa fascia di accedere alla pensione alla fine dell'anno, con le conseguenze del caso, la Fornero ammette che innegabilmente ci si è trovati di fronte ad un'ingiustizia.

Ma non è stato possibile per lo Stato agire altrimenti poiché mancavano le coperture finanziarie.

Flessibilità: l'ex ministro ammette che a causa di una mancata gestione attuata su solide basi negli anni precedenti, lo Stato ha erogato pensioni a persone troppo giovani per uscire dal mondo del lavoro. Lo Stato ha così dovuto sostenere dei costi troppo alti, indebitandosi, e ciò ha portato ad un inasprimento delle leggi che regolano l'uscita dal mondo del lavoro.

Inoltre, la Commissione Europea invita l'Italia a mantenere invariato il sistema previdenziale nel nostro paese. Se si volesse introdurre una forma di flessibilità, quindi, si dovrebbe prima reperire i fondi necessari e quindi effettuare tagli su altri costi.

Esodati: gli esodati sono quella fascia di lavoratori che con l'introduzione del decreto Salva Italia ha visto i requisiti di accesso alla pensione cambiare. Questa fascia di lavoratori nasce proprio con il ddl Fornero. Essi avrebbero dovuto andare in pensione dopo avere siglato accordi che prevedevano buone-uscite ponte con le proprie aziende; queste buone-uscite avrebbero garantito loro la possibilità di riuscire a provvedere al proprio sostentamento ed a quello delle proprie famiglie, fino al raggiungimento dei requisiti necessari per accedere alla previdenza sociale.

Ma con il ddl Fornero le disposizioni di legge sono mutate. In merito a questa fascia di ex lavoratori la Fornero ha dichiarato che al governo le stime economiche per sostenerli erano state fatte sui dati in possesso nel 2011. Ad oggi, è possibile affermare, per l'ex ministro, che tali dati non erano completi e certi (molte aziende non comunicavano le uscita dal mondo del lavoro) e che quindi non fu possibile effettuare dei calcoli corretti che permettessero di trovare le coperture economiche per fare fronte alle esigenze della vasta platea che è poi emerso essere quella degli esodati.