Sui numeri ufficiali dei docenti precari ancora presenti nelle diverse graduatorie regna sovrana una grande confusione. Il recente piano straordinario di assunzioni non è stato in grado di assorbire totalmente i precari delle Gae per un solo sostanziale motivo: il rifiuto al trasferimento coatto imposto dalla legge 107 in deroga al vincolo triennale della validità a livello provinciale delle suddette graduatorie. Così, nell'interpellanza del M5S andata in scena ieri alla Camera,il sottosegretario del Miur Davide Faraone ha tolto parzialmente il velo sui numeri ufficiali dei precari delle Gae quantificando ancora in 45.000 unità (oltre un terzo sono quelli dell'infanzia) ancora presenti in Gae.

La platea complessiva dei docenti abilitati di II fascia

Parzialmente perché non è ancora certo quello dei precari della seconda fascia delle Graduatorie di Istituto che si vorrebbe far passare per il concorso docenti abilitaticon Tfa e Pas, oltre ai diplomati magistrali e i laureati in Sfp, che attende ancora il visto del Presidente della Repubblica Mattarella per la riforma delle cdc, passo propedeutico per emanare i relativi bandi. Una stima prodotta dal M5S nel corso di un evento dello scorso 4 dicembre 2015 presentava una situazione che vedeva in attesa di un inserimento in Gae oltre 30.000 abilitati Tfa, 69.000 abilitati Pas, 8900 laureati in Sfp e 52.000 diplomati magistrali. Questi numeri non sono ufficiali anche alla luce delle recenti sentenze che hanno visto vincitori contro il Miur migliaia di diplomati magistrali che nel corso degli ultimi mesi sono stati inseriti in Gae.

Consenso elettorale

E' opinione largamente diffusa tra i precari che la ragione per la quale non viene reso noto il numero ufficiale dei precari risieda nel bacino potenziale di voti alle elezioni. La fretta dimostrata dal governo sul concorso a cattedra, con la dichiarazione di Faraone che entro febbraio ci sarà la pubblicazione dei bandi in Gazzetta Ufficiale, appare sospetta ai più.

Non convincono pienamente le ragioni dell'On. Centemero che plaude alla scelta dell'esecutivo di premiare un presunto merito, a scapito del servizio, che vede favoriti i molti docenti senza servizio. Andreotti diceva che a pensar male si commette peccato ma molto spesso ci si indovina. Incomprensibile sotto questo punto di vista anche la chiusura alla possibilità di un concorso per soli titoli contenuta in un emendamento presentato dall'On.

Rampelli di Fratelli d'Italia poi respinto. Di fronte a tanta ostinazione non c'è che una sola strada da percorrere: organizzare autonomamente un censimento dei precari italiani a cura dei vari coordinamenti già esistenti per realizzare una piattaforma da collegare ad un futuro piano pluriennale di assunzioni senza concorsi e 'vincoletti' vari.