La gestione delle ferie, le quali maturano nel corso del rapporto di lavoro, sono sempre state la croce e la delizia degli italiani. Anche perché il lavoratore ha sempre un diritto irrinunciabile alle ferie annuali retribuite, le quali appunto soddisfano le esigenze psicofisiche fondamentali del lavoratore permettendogli inoltre di stare con la propria famiglia. La durata minima delle ferie è fissata in 4 settimane, che però possono essere ridotte dai contratti collettivi. Due delle 4 settimane inoltre vanno godute entro e non oltre i 18 mesi successivi al termine dell’anno di maturazione.

La Corte di Cassazione con una recente sentenza è tornata a pronunciarsi su questo tema, enunciando un principio di diritto che va sicuramente incontro a tutti quei lavoratori che non riescono ad utilizzare le ferie che per legge gli spettano. La Suprema Corte ha statuito infatti che il dipendente ha sempre diritto ad un indennità anche quando si accinge ad andare in pensione, se non riesce a beneficiare delle ferie maturate durante il rapporto di lavoro. (Cassazione sentenza n.1756 del 29.01.2016)

Il diritto alle ferie è irrinunciabile

Il caso sottoposto all’attenzione dei giudici di Piazza Cavour ha riguardato una dipendente che poco prima di andare in pensione è stata avvertita dalla società presso cui lavorava, un’azienda radiotelevisiva, che aveva la possibilità di godere delle ferie, in precedenza accumulate ma mai utilizzate.

Il dipendente dopo la notizia decide di citare in giudizio l'azienda radiotelevisiova. I giudici di merito hanno quindi condannato la società ad un salato risarcimento proprio per via dell’inadempimento della stessa, che non aveva avvertito tempestivamente il suo dipendente dell'esistenza delle ferie. La società propone ricorso per Cassazione sostenendo di aver rispettato l'accordo collettivo in materia di ferie e turni di riposo, avendo infatti avvertito il dipendente 5 mesi prima del suo collocamento a riposo.

Nessuna tardività nell’adempimento dell'obbligo di comunicargli la presenza delle ferie poteva esserle imputata. La Suprema Corte però ha rigettato il suo ricorso ritenendo che la stessa non poteva imporre al lavoratore un godimento cumulativo delle ferie proprio a cavallo del pensionamento. A detta dei giudici, le ferie devono sempre essere godute entro l’anno di lavoro, non sussistendo, nel caso di specie, quelle condizioni previste dalla legge, che ammettono una deroga in tal senso.

Quando scatta il diritto al risarcimento del danno?

Gli Ermellini hanno dunque confermato la statuizione dei giudici di merito i quali avevano ritenuto inoltre che l’indennità avente natura risarcitoria non poteva ritenersi prescritta, cosi’ come sostenuto inoltre dalla società, non essendo decorso ancora il termine della prescrizione ordinaria di 10 anni. Insindacabile dunque deve ritenersi la decisione dei giudici di Piazza Cavour, con la conseguenza che l’azienda televisiva sarà costretta a pagare al suo dipendente la sanzione di 6mila euro a titolo di indennità sostitutiva di ferie non godute, avendolo avvertito troppo tardi. In capo alla società è dunque stato ravvisato anche un grave inadempimento proprio per via della cattiva e non corretta programmazione del lavoro dei suoi dipendenti. Per altre info. di diritto pre il tasto segui accanto al nome.