Non smette certamente di essere animata la discussione intorno ai temi principali del settore pensioni, con Susanna Camusso, segretario generale della Cigl, che, in intervista con la web tv dei Consulenti del lavoro, esprime la propria opinione riguardo alle manovre da effettuare in campo previdenziale e pone l’accento sull'opportunità di un intervento sulla flessibilità in uscita. La sindacalista sostiene che le attuali condizioni portano ad anzianità sempre più alte e ad enormi difficoltà per i giovani ad entrare nel mondo lavorativo e che bisogna “lavorare sull'aspettativa di vita che pone come sempre più distante la pensione d’anzianità ai precocie che è inoltre necessario “ricostruire un’aspettativa pensionistica civile e possibile per i giovani, tanto per quelli senza continuità contributiva, tanto per quelli che entrano ora nel mondo del lavoro”.

La posizione di Damiano

A detta del presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano ci sono molti elementi nel mercato italiano del lavoro che rendono lo stesso malfunzionante; i principali sono flessibilità, scadenza incentivi ed abuso di voucher. Sulla flessibilità è urgente intervenire in quanto bisogna superare la congestione occupazionale derivante dai lavoratori anziani che vorrebbero andare in pensione, un blocco a tutto danno sia dei precoci ultrasessantenni sia dei giovani in cerca di lavoro.

Quanto al problema dell’impiego esagerato di voucher, Damiano afferma che crescita la esponenziale della loro vendita – i 115 milioni del 2015 contro i 500.000 del 2008 – è un ulteriore segno delle difficoltà interne al tema lavorativo e che bisogna dunque limitarne l’uso ispirandosi ai tempi della legge Biagi, in cui l'uso dei voucher era qualcosa di congiunturale e non essenziale.

La critica di Romiti sulla reversibilità

Il direttore di Assindustria Claudio Romiti, tramite un articolo rilasciato sull’Opinione, si dice fortemente contrario nei confronti degli interventi volti a promuovere migliori condizioni previdenziali, ricordando innanzitutto come le pensioni erogate in Italia nel 2014, del valore di 277 milioni con incidenza sul pil del 17,17%, costituiscano il doppio della media dei Paesi Ocse.

Per Romiti, di fronte a questo sistema dalle cifre ampiamente sconfortanti in cui si inseriscono taluni personaggi, e tra questi in primo luogo l’infaticabile Damiani, sempre in cerca di spazi per nuove infornate di pubblici assistiti, bisognerebbe compiere un atto collettivo di responsabilità, ed evitare di avanzare proposte sulla flessibilità pensionistica sulla “pelle delle nuove generazioni”.

Il direttore di Assindustria chiude denunciando l’esistenza di un partito unico dei pensionati che, noncurante del fatto che l’Italia sia uno dei paesi al mondo con le più alte aliquote contributive che portano ai privati un prelievo tributario insostenibile, continua a reclamare “pasti gratis per tutti”.