Una storia assurda, di quelle che fanno riflettere e che lasciano l'amaro in bocca. E' 'ilfattoquotidiano' ad intervistare la protagonista di questa vicenda, un'insegnante di 42 anni, ora precaria dopo essere stata licenziata per indegnità.
La docente, raccontando la sua storia, torna indietro di ventun anni, quando, per dare una mano alla famiglia, lavora come bracciante agricola: a quell'epoca frequentava il penultimo anno delle magistrali e l'Inps, facendo una serie di accertamenti, scoprì che i contributi superavano le giornate di lavoro effettive.
Morale: processo e multa pagata nel 1995. Finita qui?
Docente licenziata per indegnità per colpa di una multa di vent'anni prima
Assolutamente no, perchè la storia della multa si riapre nel novembre 2013, quando l'insegnante, dopo anni di precariato nella Scuola, viene convocata in segreteria: si parla di carichi penali passati, il dirigente scolastico si trova costretto a comminare una piccola multa pari a due giornate lavorative.
Finalmente, a settembre 2015, la docente riesce, con sua grande soddisfazione, ad ottenere il ruolo, dopo anni e anni di precariato: naturalmente, felicità al settimo cielo per aver raggiunto il traguardo tanto ambito. Il giorno dopo la convocazione, però, arriva l'amara sorpresa: la storia della multa come bracciante agricola riaffiora in superficie e il Provveditorato decide di aprire un procedimento disciplinare perchè la docente non dichiarò la sanzione al momento dell'assunzione.
Io, supplente di me stessa: un 'crudele gioco dell'oca'
A questo punto l'insegnante decide di farsi assistere da un legale, proprio per tutelare maggiormente la propria posizione lavorativa. Purtroppo, il 22 gennaio scorso, è arrivato il depennamento dal ruolo: in un attimo, per colpa di una stupida multa presa più di vent'anni prima, il contratto a tempo indeterminato viene strappato.
Il prosieguo della storia è grottesco, al limite del paradossale perchè i sindacati invitano la docente a presentare tempestivamente domanda di supplenza fuori dagli elenchi presso la stessa scuola che l'aveva 'licenziata per indegnità'.
L'incredibile avviene davvero: la docente si ritrova a sostituire se stessa, in quella cattedra che le spettava di ruolo. L'insegnante lo definisce 'un crudele gioco dell'oca', quello di sedersi su quella sedia che era già sua.