Referendum contro la Buona Scuola Renzi-Giannini. Se ne parlò la scorsa estate 2015, ancor prima che l'odiata legge 107/2015 venisse approvata dal Parlamento e sottoscritta (rapidamente) dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. I tempi non erano ancora maturi ma il forte desiderio di abrogare quella legge ebbe il sopravvento senza poi, tra l'altro e come previsto, trovare gli adeguati appoggi.
Le forze politiche dell'opposizione, in particolare il Movimento Cinque Stelle (in prima persona l'onorevole Silvia Chimienti) spiegarono come un'iniziativa del genere necessitava di una tempistica diversa, di una migliore organizzazione, affinchè potesse riuscire ad ottenere i risultati sperati.
Referendum abrogativo legge 107: Azione Civile in difesa di una scuola pubblica, laica, costituzionale
Vi abbiamo scritto, la scorsa settimana, dell'Assemblea della Lip Scuola, tenutasi sabato 6 e domenica 7 febbraio a Napoli, all'interno della quale si è provveduto alla costituzione del Comitato promotore del referendum abrogativo della legge 107.
A questo proposito, Azione civile Area Scuola chiama a raccolta tutte le associazioni, i movimenti, i partiti e, in generale, tutti i soggetti che hanno appoggiato l'assemblea del 7 febbraio scorso e, nello stesso tempo, lancia un appello a tutti coloro che vorranno unirsi, in futuro, a quella che è stata definita come una 'potente impresa', ovvero il referendum per la difesa della scuola pubblica, laica, costituzionale.
Scuola, Azione Civile e referendum: appuntamento a Roma il prossimo 13 marzo 2016
L'appuntamento è fissato per il prossimo 13 marzo a Roma, dove si discuterà dei quattro quesiti referendari che verranno proposti alla Corte Costituzionale ovvero: comitato di valutazione, school bonus, alternanza scuola lavoro e chiamata diretta dei dirigenti scolastici.
Tutti temi particolarmente importanti per i quali combattere contro un governo, sempre più servo di logiche padronali e interessi privatistici. L'intenzione dello Stato è, indubbiamente, quella di eliminare progressivamente la libertà d'insegnamento, attraverso la chiamata direttada parte dei dirigenti scolastici e attraverso la costituzione di un comitato di valutazione, definito come 'uno strumento intimidatorio'. Da questi punti, nasce la strenua difesa della scuola pubblica come scuola della Costituzione.