Molti pensionati italiani hanno nei propri assegni pensionistici alcune prestazioni erogate in base ai redditi del proprio nucleo familiare. Si tratta di prestazioni economiche che incidono sull’importo della pensione che si percepisce. Maggiorazioni sociali, integrazioni al minimo, quattordicesima mensilità e così via sono voci molto comuni nelle Pensioni erogate dall’Inps. Queste prestazioni non sono erogate in eterno, cioè non sono strutturali sul proprio assegno di pensione, ma vanno confermate annualmente dall’INPS dopo aver valutato il permanere delle condizioni economiche del pensionato, che hanno dato luogo alla loro erogazione.
Il modello di riferimento per questi emolumenti è il RED ed a fine mese è fissata la sua scadenza.
Il modello RED non arriva più a casa
L’INPS fin dalla nascita del modello RED, inviava a casa tra dicembre e gennaio, la richiesta di compilazione del modello, con una istanza munita di codice a barre, da portare ad un patronato per completare l’adempimento. Da qualche anno, perseguendo la digitalizzazione dei servizi INPS, l’Istituto non invia più a casa dei pensionati il modellino di richiesta RED, ma è il pensionato a doversi ricordare di comunicare i propri redditi autonomamente. Il 31 marzo scade il termine ultimo per la presentazione del modello ed i pensionati devono presentarsi presso un patronato o in alternativa fare tutto da soli se muniti di credenziali di accesso e PIN per i servizi telematici INPS.
Soggetti interessati
Come dicevamo, i pensionati che percepiscono trattamenti legati al reddito devono consegnare il modellino di conferma. Quindi tutti coloro che percepiscono maggiorazioni sociali, integrazioni, quattordicesima, assegni familiari, pensioni di invalidità civile, assegni sociali e reversibilità sono tenuti all’adempimento, a meno che essi non abbiano già presentato una dichiarazione dei redditi tramite 730 o Modello Unico PF che ne sostituiscono l’efficacia.
Infatti tramite le banche dati, l’anagrafe tributaria ed i cassetti fiscali, in caso di presentazione della dichiarazione dei redditi, l’INPS ottiene autonomamente i dati necessari a confermare o revocare le prestazioni. In definitiva, solo i soggetti che hanno esclusivamente redditi derivanti da quella pensione o che svolgano occasionalmente lavori di carattere autonomo, parasubordinato o con emolumenti provenienti dall’estero, devono presentare questo modello RED.
Quali redditi vanno dichiarati nel RED e che rischi si corrono a non presentarlo
Nella dichiarazione reddituale, che per il 2016 è relativa ai redditi percepiti nel 2014, bisogna indicare tutti i redditi percepiti compresi quelli assistenziali (reddito minimo, sostegni alla povertà e così via), i voucher, gli interessi dei propri rapporti bancari, i TFR ed eventualmente gli arretrati percepiti anche di vecchie attività lavorative o pensioni. Non presentare il modello, comporta il rischio, in primo luogo, di vedersi revocare la parte di pensione associata al reddito anche se l’INPS si riserva il diritto di poter revocare del tutto il trattamento pensionistico. È anche facile, che senza confermare la propria posizione, l’Istituto possa richiedere al pensionato la restituzione di tutte le prestazioni erogate nei mesi precedenti che l’INPS ha continuato a pagare in attesa della presentazione dell’istanza. Bisogna fare presto, come spiegato il rischio è alto ed è consigliabile annotarsi il 31 marzo sul calendario ogni anno, perché nessuno lo ricorderà al pensionato.