Tito Boeri parla ancora della riforma pensionistica.L’annunciataflessibilità in uscitae gli interventi sulle Pensioni sotto i mille euro sono ancora in cantiere. Secondoil presidente dell'Inps,se il governo ha effettivamenteintenzione di riformare lepensionideve farlo ora. Tra i problemi principali dell'Italia c'è la disoccupazione giovanile che ristagna da tempo al 40%.Boeri, durante un'intervista al Corriere della Sera,parla quindi di una certificazione da parte di un’autorità terza e indipendente (come l’Upb) per far valutare quali potrebbero essere gli effetti sul lungo periodo di una correzione alla riforma.

La soluzione proposta da Boeri potrebbe inizialmente causare una spesa pubblica maggiore ma, nel tempo, potrebbe essere vantaggiosa per lo Stato.

Le buste arancioni

In Italia ci sono 16 milioni e 533.000 pensionati di cui 9 milioni sono donne. Nel 2014, a fronte di 675.000 decessi, sono state aperte 542.000 nuove posizioni pensionistiche. Gli importi erogati dall'INPS sono scesi di 1.000 euro perché gli assegni degli scomparsi si attestavano intorno ai 15.500 euro mentre le nuove pensioni valgono in media 14.000 euro all'anno. Attualmente il 70% circa delle pensioni non arriva ai 1.400 euro al mese, il 23 % arriva fino a 2.400 euro, l'8% incassa fino a 5.300 euro e solo l'1% riesce ad arrivare ai 24.000 euro mensili.

A partire dal prossimo mese di aprile, come dichiarato da Boeri, nelle case degli italiani arriveranno 7 milioni di buste arancioniche, permolti italiani prossimi al pensionamento,serviranno a capire quando andranno in pensione e quanto potranno percepire. I giovani scopriranno che, avendo iniziato a lavorare in età avanzata (25-28 anni), potranno andare in pensione non prima dei 68-70 anni.

Inoltre in tanti dovrannoprepararsi a sorprese negative per quanto concerne l’importo degli assegni. I lavoratori più anziani potranno lasciare il servizio a 43 anni ma con un importo dell'assegno che sarà il 65% dell'ultimo stipendio percepito.

Bisogna correggere la riforma Fornero

Secondo il Presidente dell'INPS bisogna riformare la legge Fornero consentendo l'uscita anticipata fino a tre anni con un taglio dell'assegno pensionistico.

A causa dell'innalzamento dei requisiti di legge tantissimi lavoratori sono stati costretti a rimanere al lavoro togliendo ai giovani la possibilità di trovare un impiego stabile. L’anticipo immaginato da Boeri avrebbe un costo per lo Statotra i cinque e i sette miliardi di euro. Secondo Boeri con un taglio del 3%per ogni anno di anticiposi arriverebbe con tre anni massimo al 9% in meno sull'assegno. Questa proposta somiglia molto a quella dell'ex ministro Damiano che aveva proposto, con il suo DDL 857, il taglio del 2% all'anno. Tra le due proposte quella di Boeri è però più penalizzante per i lavoratori. Se le promesse fatte dal governo dovessero avere seguito a fine anno, con la nuova legge di Stabilità, si potrebbe trovare un compromesso che diala possibilità ai lavoratori di andare in pensione e alle migliaia di giovani di trovare finalmente una occupazione.