Sul fronte pensioni il nostro paese vive ormai da anni un periodo tormentato. Questo avviene perché il tema della previdenza sociale è legato a doppio filo alla presenza, od alla penuria, di fondi per coprire tutte le spese di bilancio ed alla disoccupazione giovanile. Il continua aumento dell'età per potere accedere alla pensione genera ,infatti. Per quanto riguarda le Pensioni un tema sta scuotendo gli animi nel nostro paese: è possibile applicare il sistema sperimentale Opzione Donna anche agli Uomini? Molti i pareri contrari e pochi quelli favorevoli.
Opzione Donna
In base a quanto stabilito dalla nuova circolare Inps n.45/2016 viene confermato che all'interno del regime sperimentale Opzione Donna le lavoratrici che possono avvalersi di esso sono quelle che possono vantare almeno 35 anni di contributi versati ed un'età anagrafica di 57 anni e tre mesi (58 anni e tre mesi per le autonome) in data 31 dicembre 2015. In base a quanto stabilito dalla Stabilità 2016 tale regime sarà applicato solo alle donne nate entro il 30 settembre 1958. La bufera si è scatenata quando l'Inps ha emanato al circolare con specifica riserva di esaminare tutte le domande presentate dalle lavoratrici donne che si voglionoavvalere del diritto esercitato dall'Opzione Donna. Ha fatto molto discutere in questi ultimi giorni la possibilità di includere questo regime sperimentale anche agli uomini.
L'ipotesi è stata ventilata perché si pensa che così facendo si annullerebbero le problematiche sorte con la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro. Ad avere l'idea è stato il vice-presidente della Commissione Lavoro alla Camera Walter Rizzetto. Pochi però si sono schierati a favore poiché molti sarebbe i problemi che sorgerebbero qualora questa soluzione venisse approvata a norma di legge.
Si rischierebbe infatti di creare una nuova corsia privilegiata a favore di alcuni - almeno a quanto sostiene Erica D'Adda senatrice Pd, a sfavore di chi non rientra in questa categoria. Rendere questa idea un ddl approvato dal Governo comporterebbe solo un maggiore esborso di denaro che renderebbe il problema più grave causando un ulteriore buco nel bilancio già difficile delle casse dello Stato.