Il dossier Eurostat sulla spesa pubblica destinata all'istruzione è di quelli che fanno rabbrividire. Come pubblicato dal noto giornale 'Il Fatto quotidiano', l'Italia si colloca al penultimo posto della classifica dei Paesi europei: dopo di noi, c'è solo la Romania.

Ultime news scuola, domenica 27 marzo 2016: l'Italia spende una miseria per l'istruzione

L'Italia (i dati si riferiscono al 2014) ha destinato all'educazione poco meno dell'otto per cento delle risorse economiche a disposizione dello Stato (7,9 per l'esattezza). Qualcuno potrà obiettare che, all'epoca, non esistesse ancora la riforma Buona Scuola voluta da Matteo Renzi e come questi dati si riferiscono al governo precedente: confrontando, però, queste statistiche con il nuovo rapporto Eurydice, già disponibile, ci si accorge come non ci sia molto da stare allegri e come le cose non siano poi cambiate così tanto.

Infatti, nel 2014 il governo destinò al settore 'educazione' 49.066.182.241 euro, ripartiti tra i vari comparti (infanzia, primaria, secondaria e universitaria); il nuovo rapporto parla, invece, di 49.157.304.941 euro, ovvero solo 91 milioni in più circa rispetto ai dati dell'anno precedente. A dispetto della 'rivoluzione copernicana', continuamente menzionata dal ministro Stefania Giannini, stiamo parlando dello 0,1 per cento in più di risorse messe a disposizione dell'istruzione, non certo numeri eclatanti e straordinari.

La Buona Scuola Renzi-Giannini non sta invertendo la rotta

In rapporto al Pil, l'Italia ha investito sull'istruzione solamente il 4,1 per cento, una percentuale inferiore persino a Paesi come la Grecia, la Slovacchia, il Portogallo e la Polonia.

Basti pensare che la Svezia ha destinato il 6,6 per cento del proprio Pil all'istruzione e ben il 12,7 per cento del totale della propria spesa pubblica. Tutto ciò a dimostrazione che il nostro Paese è ancora lontano anni luce dal raggiungere almeno la 'sufficienza': anzi, a dirla tutta, invece di recuperare terreno rispetto agli Stati europei, l'impressione è che si stia andando in direzione opposta.