La strada che i docenti precari stanno percorrendo per tentare dei bloccare le procedure del concorso scuola 2016, che, secondo i diretti interessati, porterà al più grande licenziamento di massa della storia repubblicana, è quella mediatica: il tentativo è di far comprendere a quante più persone è possibile cosa starebbe per accadere all’istruzione italiana. Se fino ad adesso la questione del concorso era stata affrontata dai grandi media soltanto attraverso le dichiarazioni del ministro Giannini, che ha sempre tessuto le lodi di un’iniziativa definita epocale per la Scuola italiana, ora qualcosa si starebbe muovendo: il Tg5 ha prodotto un servizio sullo scandalo dei commissari pagati un euro all’ora, mentre il noto quotidiano laRepubblica parla di concorso a rischio per la medesima motivazione.

La battaglia mediatica contro il concorso scuola 2016

Ma perché secondo laRepubblica il concorso scuola 2016 potrebbe essere a rischio? Le motivazioni sono molteplici: innanzitutto, reperire la giusta quantità di commissari, circa 10mila in tutta Italia, operazione resa molto difficile per il fatto che, calcolatrice alla mano, secondo Tuttoscuola, un docente sarà pagata all’incirca un euro all’ora (per giunta lordo) – l’invito a partecipare in qualità di commissario o presidente sarebbe stato inviato addirittura a docenti oramai in pensione, i quali dovranno valutare i colleghi più giovani anche sulle nuove tecnologie dell’informazione; in secondo luogo, fare in modo che le prove si svolgano con trasparenza e chiarezza – il problema delle aule informatiche che non si riescono a reperire e delle possibili conseguenze di un malfunzionamento proprio durante il giorno della prova; infine, la questione dei candidati per la scuola primaria e dell’infanzia che sono in numero molto elevato e per i quali (si tratta di circa 100mila aspiranti) è prevista ovviamente la prova nel medesimo giorno – il governo sarà in grado di reperire un numero adeguato di postazioni informatiche?

A queste problematiche si aggiunge la possibilità che a partecipare siano altre decine di migliaia di candidati: i ricorsi al Tar potrebbero ammetterli e complicare ancor di più la situazione.

I precari continuano la lotta contro il concorso scuola 2016

I docenti precari sembrano convincersi sempre di più che la strada da preferire sia quella mediatica: soltanto portando al cospetto di tutti gli italiani, quella che viene definita la ‘truffa’ del concorso scuola 2016, potrebbe essere realmente possibile bloccarlo.

L’invito che si legge nei differenti gruppi Facebook è quello di incalzare continuamente non soltanto i politici ma anche i media. Il problema, sollevato da più parti, è l’assenza assoluta dei grandi sindacati confederali da questa battaglia: ci si chiede, infatti, per quale motivo le organizzazioni sindacali non abbiano deciso di rilanciare questa protesta contro alcuni effetti deleteri della legge 107 del 2015. Per aggiornamenti costanti, cliccate su ‘Segui’ in alto sopra l’articolo.