Sembra proprio che la proposta abbia avuto luce. Con un costo molto contenuto, circa un miliardo, si fa strada la nuova proposta del governo in tema di flessibilità pensionistica. Ilpiano del governoguarda a tre situazioni precise e per ciascuna di esse immagina un intervento di Stato, Inps, banche e assicurazioni. E nel mese di maggio ci potranno essere nuovi dettagli che chiariranno meglio la strada da percorrere. Il piano del governo è economicamente sostenibile perché la spesa da sostenere è più bassa rispetto alle proposte di Boeri e Damiano.
Il piano del governo
Secondo Tommaso Nannicini esistono tre categorie di lavoratori che affrontano la flessibilità in modo diverso. La prima categoria tratta quei lavoratori che vogliono andare in pensione prima, la seconda è quella di lavoratori che hanno perso il lavoro e non possono andare in pensione per mancanza di requisiti e la terza coinvolge i lavoratori che le aziende vogliono mandare in pensione per ringiovanire il parco dipendenti. Nel primo caso si potrebbe uscire con massimo tre anni di anticipo finanziato dalle banche e rimborsato poi dall'INPS quando si andrebbe in pensione. Nel secondo caso la penalizzazione verrebbe pagata in buona parte dallo Stato mentre per il terzo caso sarebberole aziende a coprire una parte dei costi dell'anticipo.
Un piano previdenziale chepotrebbe includere una gradualità nella penalizzazione, per tenere conto di redditi bassi, lavori usuranti, disoccupati. E secondo Nannicini questa soluzione potrebbe essere quella che il governo stava cercando per accontentare i lavoratori nel rispetto delle coperture economiche da sempre obiettivo del governo.
Cosa ne pensa Zanetti
Per Enrico Zanetti,viceministro dell'Economia questa possibilità potrebbe essere l'unica praticabile perché non andrebbe ad intaccare gli obiettivi dichiarati del governo. Si eviterebbe di aumentare le tasse per continuare nella crescita del Paese. Secondo Zanetti le proposte fatte inizialmente hannoun costo che lo Stato non può sostenere.
Per il leader di scelta civica bisogna invece puntare adabbassare l'Ires nel 2017, l'Irpef nel 2018 e evitarel'aumento dell'Iva. Secondo Cesare Damiano la proposta avanzata potrebbe essere determinante per risolvere il problema delle Pensioni. Per l'ex ministrol'idea di un prestito anticipato deve essere vincolato non a banche, ma all'INPS.