Il Documento di Economia e Finanza, anche se non è una Legge, rappresenta un importante atto del Governo per quanto riguarda l’attività economica e finanziaria del nostro paese. L’attesa per la sua pubblicazione riguardava anche i lavoratori statali, nella speranza che nel documento venissero inseriti capitoli di spesa da destinare al rinnovo dei contratti per i dipendenti pubblici. Il Documento in prima stesura e regolarmente approvato dal Consiglio dei Ministri non ha previsto alcun ritocco ai 300 milioni destinati agli statali dalla Legge di Stabilità 2016.

Anzi, tra le pieghe del testo, il Governo sembra che chiederà ancora sacrifici ai dipendenti pubblici, perché tra blocco del turnover e indennità di vacanza, il rischio è che il blocco dei contratti prosegua fino al 2020. I sindacati, come riportato da liberoquotidiano.it, minacciano nuove azioni e nuove manifestazioni.

Cosa dice il Documento di Economia e Finanza

La speranza come dicevamo era che nel DEF il Governo inserisse degli importi che dovevano implementare lo stanziamento da 300 milioni che è stato già previsto in Stabilità per sbloccare i contratti degli Statali. Il paradosso è che lo sblocco non può essere opzionale, ma è obbligatorio, sancito com’è da una sentenza della Corte Costituzionale.

La pronuncia della Consulta infatti, ha bocciato le disposizioni del Decreto Salva Italia di Monti che ha bloccato per oltre 6 anni il rinnovo e la perequazione per i lavoratori pubblici. Per i sindacati, i 300 milioni non bastano perché a fronte di tutti questi anni di blocco, i lavoratori verrebbero risarciti con una decina di euro lorde al mese in più di salario.

Il DEF come dicevamo non ha migliorato questa situazione, anzi, sembra che tra i vari articoli e commi, preveda che la spesa per gli stipendi dei lavoratori delle PA sarà congelata fino al 2017 dopo aver perso lo 0,7% nel 2014. Solo dal 2018 si prevede che la spesa aumenti dello 0,3%, ma anche in questo caso, il riferimento non è al rinnovo dei contratti.

Infatti, proprio questo aumento previsto nel 2018 fa scattare l’allarme sul fatto che il rinnovo non sia proprio in programma.

Indennità di vacanza e blocco del turnover

Il DEF è un documento di programmazione triennale, e come tale ha previsto un aumento di spesa per gli stipendi pubblici nel 2018. Questo aumento però, come dice lo stesso documento, sarà causato dal pagamento dell’indennità di vacanza a tutti i dipendenti pubblici. Questa indennità è un modo di coprire i periodi di vuoto contrattuale tra un rinnovo e l’altro erogando un bonus pari al 30% del tasso di inflazione a ciascun lavoratore. A dire il vero, anche questa indennità risulta bloccata per i dipendenti pubblici ormai da diversi anni, ma il DEF appena pubblicato prevede di elargire nel 2018 le indennità di vacanza del triennio 2018-2020.

Il sospetto che fino al 2020 nessun rinnovo del contratto sarà attuato è sistematico leggendo i contenuti del documento. Se a questo si aggiunge anche il blocco del turnover, cioè il congelamento delle assunzioni di nuovi dipendenti in sostituzione dei fuoriusciti, il sacrificio ulteriore per le PA, speso nell’ottica della spending review è completo. I sindacati come dicevamo sono sul piede di guerra e con un documento congiunto di FP-CGIL, CISL-FP e UIL-FPL PA, chiedono immediato chiarimento al Governo sulla questione DEF. Ormai il famoso differenziale tra lavoratori privati e pubblici si è assottigliato sempre di più e non si è nemmeno più sicuri che il vantaggio sia per gli statali.