Pensioni ancora protagoniste. Le novità di oggi ci rimandano al progetto di Tito Boeri e alle preoccupazionidei lavoratori precociall'indomani della manifestazione del 2 aprile. Un inizio di settimana rovente per quanto riguarda la riforma pensioni, con il governo chiamato ormai a prendere una decisione entro breve. I sindacati continuano ad essere sul piede di guerra, ed hanno annunciato una nuova manifestazione per il mese di maggio, stavolta a Roma. Le voci circa uno slittamento dell'introduzione della pensione anticipata al 2017 ha fatto scattare nuovamente l'allarme tra i lavoratori, i quali iniziano a credere che possa ripetersi quello che già c'era stato in occasione della fine dello scorso anno, quando Renzi, prima della discussione della Legge di Stabilità, durante l'intervista a Che tempo che fa di Fabio Fazio, aveva annunciato il rinvio della riforma previdenziale.

Un rinvio che ancora non ha trovato alcun dietrofront positivo da parte dell'esecutivo. E intanto la preoccupazione, e la rabbia, dei lavoratori italiani sale.

Tito Boeri e il contributo di solidarietà

Riforma pensioni e contributo di solidarietà, due concetti chiave delle recenti dichiarazioni di Tito Boeri a margine del convegno Città Impresa. Per il presidente dell'Inps, in relazione alle 500 mila persone in pensione da oltre 36 anni, sarebbe opportuno che si chiedesse un contributo di solidarietà a chi riceve un assegno pensionistico di importo elevato in modo da aiutare i più giovani, tra le categorie maggiormente colpite dalle concessioni 'eccessive' fatte in passato, ha spiegato il professore della Bocconi.

Inoltre il numero uno dell'Inps ha sottolineato come occorra rendere più facile l'uscita flessibile, anche a livello europeo. Dichiarazioni che arrivano dopo la manifestazione del 2 aprile, che ha avuto in prima linea i sindacati e i lavoratori precoci, che hanno messo il governo spalle al muro.Per Boeri, in conclusione, occorre sempre valutare da quanti anni il pensionato riceva l'importo previdenziale, perché - afferma l'economista italiano - se vengono percepiti prima dei 40 anni, questi cumulandosi nel tempo vanno a costituire un - l'ha definito così Boeri - trasferimento di ricchezza pensionistica considerevole.

Parole che trovano d'accordo, in linea teorica, molti dei lavoratori che, all'età di 56-57 anni, continuano a lavorare dopo aver maturato oltre 40 anni di contributi senza percepire alcun assegno pensionistico, e che la legge Fornero, stando così le cose, nel prossimo futuro potrebbe prolungare la loro permanenza sul lavoro anche a 43-44 anni di contributi.

Una situazione paradossale, dal momento che in Italia, come è stato denunciato nei giorni scorsi, ci sono migliaia di pensionati che ricevono la pensione da quando non avevano neanche 40 anni di età (non di contributi). Al momento si attende una risposta forte da parte del premier Renzi, che di fronte alla protesta di numerose categorie di lavoratori, dai precoci agli esodati, si trova davanti ad una scelta, teoricamente, non difficile: venire incontro a questa platea di lavoratori, ormai stanca di vedere da sempre rinviate le modifiche alla riforma Fornero, oppure andare allo scontro, ipotesi quest'ultima francamente non pensabile, ma che al momento continua a rimanere in campo, poiché la situazione è ferma da mesi. Pensate che il contributo di solidarietà chiesto da Boeri sia una strada percorribile dal governo?