Dopo il successo della manifestazione avviata dai sindacati nel corso del weekend in favore della flessibilità previdenziale si attende ora la risposta del Governo, dal quale le parti sociali si attendonoda tempo una convocazione al tavolo negoziale. "Non ci servono buone intenzioni, ma una proposta che finora l'esecutivo non è stato in grado di formulare" ha spiegato il Segretario generale della Cisl Annamaria Furlan, indicando il senso di urgenza percepito dai lavoratori per l'introduzione di regole diverse nella previdenza pubblicata. D'altra parte, le proposte di apertura ai prepensionamenti si sono moltiplicate dall'approvazione della legge Fornero, senza però che si concretizzasse un vero intervento strutturale.

"Le Pensioni devono cambiare radicalmente" ha affermato Susanna Camusso a nome dellaCgil, ribadendo che quanto richiesto dai lavoratori deve trovare finalmente accoglimento non solo per i pensionandi in età avanzata, ma anche per i giovani rimasti esclusi dallo stallo al ricambio generazionale.

Riforma pensioni, si punta al Ddl 857 con quattro anni di anticipo

"Un anno fa il Ministro Poletti aveva detto che questa legge stava creando disagio sociale, immediatamente gli avevamo chiesto di aprire una discussione ma stiamo ancora aspettando" ha incalzato Eugenio Barbagallo della Uil. Le richieste dei sindacati riflettono quanto già depositato in Parlamento ed in particolare presso la Commissione lavoro alla Camera, con il Ddl 857 su cui anche l'On.

Damiano attende di confrontarsi in modo costruttivo con il Governo. Si tratta dell'ormai nota pensione anticipata con la quota 97, che prevede l'uscita dal lavoro a partire dai 62 anni di età con almeno 35 anni di versamenti e l'8% di penalizzazione massima. Sulla stessa falsariga anche la proposta Boeri, che però porta l'età a 63 anni e abbassa l'asticella della contribuzione a 20 anni, mentre l'eventuale penalizzazione non potrà comunque superare il 10% dell'assegno.

Previdenza flessibile: serve soluzione senza penalità per i lavoratori precoci

Altro capitolo previdenziale in attesa di soluzione è quello dei lavoratori precoci, persone che hanno iniziato a lavorare in giovane età e che ora non possono accedere alla quiescenza nonostante abbiano accumualto più di quattro decenni di versamenti.

L'obiettivo è di garantire l'uscita con 41 anni di contribuzione, eliminando qualsiasialtro riferimento anagrafico e senza l'applicazione di alcuna penalità. "L'economia non sta andando bene" ha concluso Barbagallo, chiedendo al Premier Renzi "di farsene una ragione dando una mano per il benessere del Paese". Anche perché in caso contrario, i sindacati stanno già preparando una nuova mobilitazione generale, prevista per la seconda metà del mese di maggio.

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