Importanti novità sul fronte Pensioni dopo le ultime dichiarazioni di Giuliano Poletti e Cesare Damiano. Tema principale dell'approfondimento di oggi sono gli assegni previdenziali di reversibilità. Il Ministro del Lavoro ha fugato qualsiasi dubbio riguardante la polemica scoppiata le scorse settimane, che aveva visto in prima linea il parlamentare dem fautore, tra le altre cose, della proposta di legge numero 857 contenente quota 41 per i lavoratori precoci. Nella giornata odierna intanto sono attese le prime impressioni, politiche e non, in merito all'invio delle ormai famose buste arancioni da parte dell'Inps, iniziativa voluta fortemente dal presidente dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, Tito Boeri, che nei giorni scorsi è tornato a spingere sulla flessibilità in uscita, ricordando al governo la necessità di un intervento in questo senso entro il 2016, perché se introdotta nei prossimi anni perderebbe la sua efficacia.
Negli ultimi giorni è tornato a parlare anche Cazzola: qui potete leggere la sua proposta per la riforma pensioni.
Giuliano Poletti, il caso si sgonfia
Il caso è chiuso. Stavolta in via definitiva. Giuliano Poletti ha voluto rassicurare vedovi e vedove del Bel Paese ribadendo che nel ddl povertà non ci sarà alcun intervento sulla razionalizzazione degli assegni previdenziali, a partire dalle pensioni di reversibilità. Il Ministro del Lavoro ha specificato che il Governo ha predisposto un emendamento attraverso cui propone la cancellazione di quelle righe di testo che avevano sollevato un polverone senza fine, quelle che fanno riferimento appunto alla 'razionalizzazione di altre prestazioni anche di natura previdenziale'.
Nel recente passato, a questo proposito, era intervenuto anche Damiano, il quale si era impegnato nel proporre un emendamento attraverso cui si puntava ad eliminare le stesse righe di testo a cui ha fatto riferimento Poletti. Il governo Renzi ha dunque ascoltato le richieste e le proteste, allo stesso tempo, nate in seno alla classe politica e tra i pensionati, mantenendo fede alla promessa, tra virgolette, fatta nei mesi scorsi, quando il premier aveva bollato come 'menzogne' le voci circa un possibile intervento da parte dell'esecutivo di mettere mano agli assegni di reversibilità.
Nelle prossime ore sono attese nuove dichiarazioni riguardo le ultime parole del ministro, tra cui anche quella del presidente della Commissione lavoro alla Camera.
Cesare Damiano e la promessa di Renzi sulla flessibilità
Attraverso una nota apparsa sul sito ufficiale, Cesare Damiano ha applaudito all'iniziativa di Poletti, dicendosi contento che il cerchio si è finalmente chiuso, ribadendo però che se non ci avesse pensato il governo, l'emendamento soppressivo sarebbe stato presentato in commissione.
Damiano è voluto tornare poi sull'episodio che ha avuto per protagonista Renzi il 25 aprile, appoggiando la scelta del presidente del Consiglio di non promettere alla signora il bonus di 80 euro per le pensioni minime ma, allo stesso tempo, ricordando al numero uno del Partito democratico la promessa, questa sì, sulla flessibilità in uscita, dicendo di aspettare di vedere i fatti nella prossima legge di Stabilità, dove verranno presi dei provvedimenti che entreranno in vigore a partire dal 2017, rimarcando il fatto che la flessibilità, così come si legge nel Def, è un obiettivo dell'esecutivo.