Non ci sono novità confortanti in merito alla riforma Pensioni prevista per quest'anno. Protagonisti dell'approfondimento di oggi Matteo Renzi e Giuliano Cazzola. Ha creato mille polemiche la risposta che il premier ha dato ad una signora nel corso della giornata di ieri, quando prima della deposizione della corona di fiori all'Altare della patria ha ricevuto una scomoda domanda sul tema previdenziale, dicendo di non voler prendere impegni sulle pensioni minime. Un dietrofront che non ha fatto piacere ai pensionati e ai lavoratori, i quali si ricordano ancora l'ipotesi rilanciata dallo stesso leader del Partito democratico nel mese di aprile, quando aveva affermato che sul tavolo c'era una proposta che prevedeva il bonus di 80 euro anche per chi percepisce la cosiddetta pensione minima.

Non è la prima notizia di questi ultimi giorni che manda di 'traverso' il pranzo ai lavoratori. Durante la settimana scorsa abbiamo visto più volte sul gruppo dei precoci ma non solo montare la rabbia contro alcuni esponenti del governo, come il viceministro dell'Economia Enrico Zanetti.

Matteo Renzi non vuole prendersi impegni

Va bene una volta, chissà che non vada bene anche oggi. Secondo Matteo Renzi ha dovuto pensare così la signora che si è avvicinata al premier durante la commemorazione per i caduti a difesa della patria. Un 'pericoloso' deja-vu, che ha avuto per protagonista la stessa signora che nel 2015 aveva fermato il presidente del consiglio, episodio che Renzi si ricordava ancora.

Inizialmente la donna ha rivelato al leader del Pd che il figlio, così come lui le aveva promesso, era stato assunto a Volterra. Renzi ha replicato con un 'quindi è andata bene', salvo poi ricevere la stoccata finale 'sì, ma ora mi raccomando con le pensioni minime', in riferimento a quanto rivelato ad inizio mese da Renzi, quando aveva ipotizzato un possibile intervento in merito alla riforma pensioni su questi specifici assegni previdenziali attraverso un aumento dettato dall'estensione del bonus di 80 euro.

Renzi se l'è cavata con una battuta 'Hai visto la signora, visto che è andata bene l'altr'anno', per poi proferire la frase che ha riacceso il dibattito tra i pensionati e lavoratori: 'Va bene, ma su questo (bonus 80 euro per le pensioni minime) ancora non prendo l'impegno'. C'è da sottolineare che all'interno della frase c'è 'ancora', che può voler dire tutto o niente.

Ancora inteso come un vedremo, l'intervento comunque è possibile, oppure inteso come un rinvio infinito dell'argomento, edulcorato appunto con quell'ancora.

Giuliano Cazzola, il Jobs Act delle pensioni

In una recente intervista rilasciata a QN, Giuliano Cazzola ha riproposto il Jobs Act delle pensioni. Che cosa si intende? Volendo entrare nel dibattito sulla riforma pensioni, Cazzola ha spiegato qual è, in sintesi, la sua proposta, che in linea teorica dovrebbe pensare ai giovani e al loro futuro previdenziale, messo sempre più in crisi dopo le parole di Tito Boeri, che ha spiegato come le persone che hanno iniziato a lavorare negli anni 80 potrebbero accedere la pensione soltanto a 75 anni. Secondo Cazzola, si dovrebbe assegnare un'aliquota contributiva uniforme ai nuovi assunti e ai nuovi occupati, pari al 25-26 per cento, sia che siano autonomi sia che siano dipendenti.

Questi riceverebbero inoltre un trattamento finanziato dalla fiscalità generale, atto a creare la parte fondamentale della pensione contributiva. Una parte dell'aliquota contributiva verrebbe poi destinata alla previdenza complementare.