Gli stipendi dei dipendenti del pubblico impiego rischiano di rimanere bloccati fino al 2020. I contratti degli statali, infatti, già fermidal 2010, rischiano di rimanere congelati per altri quattro anni, ben più in là di quando stabilito dall'allora Governo Letta che aveva disposto lo stop fino al 2017. La conferma è arrivata dall'approvazione del Documento economico e finanziario (Def) dei giorni scorsi: non vi è alcuna voce di spesa relativa al rinnovo dei contratti del pubblico impiego.

Rinnovo contratti pubblico impiego: solo dal 2018 l'indennità di vacanza

All'opposto, invece, nel Documento economico e finanziario si legge che il costo per le retribuzioni degli impiegati della Pubblica amministrazione ha avuto una diminuzione dello 0,7 per cento nel 2014 e una stabilizzazione (dunque un aumento di spesa pari a zero) nel triennio successivo 2015, 2016 e 2017. Solo a partire dal 2018 si tornerà aduna crescita dello0,3 per cento che si manterrà stabile per tutto il triennio 2018-2020. La crescita dell'ultimo triennio del decennio sarà dovuta all'introduzione della nuova indennità di vacanza contrattuale che, al momento, risulta congelata perché non è nei programmi del Governo provvedere ad un rinnovo del contratto degli impiegati pubblici.

Mancato rinnovo contratto statali: sindacati sul piede di guerra

L'ipotesi di un ulteriore blocco del rinnovo dei contratti degli statali ha scatenato la rabbia dei sindacati, non più disposti a rimandare ulteriormente. Michele Gentile della Cgil, infatti, ha commentato la mancanza dicapitoli di spesa nel nuovo Def relativi al pubblico impiego.

"E' nelle intenzioni del Governo Renzi - afferma Gentile - continuare a tenere bloccati i contratti degli statali. La conferma arriva dal Def, ma anche dell'ipotesi di scioglimento dell'Aran, l'agenzia sede del rinnovo dei contratti privatistici".

Riforma Pubblica amministrazione, nessun risultato dalla riduzione dei comparti?

Eppure la recente riforma della Pubblica Amministrazione, con la diminuzione dei comparti statali da undici a quattro, aveva fatto sperare in un successivo passo verso il rinnovo dei contratti, determinato anche dallo snellimento e dalla razionalizzazione della contrattazione. Infatti, con la riduzione dei comparti, si sarebbe dovuto intervenire sul rinnovo di quattro contratti (potere centrale, locale, scuolae sanità) ogni 3 anni e non di 22 ogni quattroanni. Ma il silenzio del Governo fa pensare, piuttosto, che per il rinnovo si dovrà attendere ancora fino al 2020.