Prende ufficialmente il via la grande mobilitazione di piazza ad opera di sindacati e comitati territoriali con il fine di chiedere un immediato cambio di rotta nelle regole di pensionamento e uscita dal lavoro. A protestare contro la rigidità della legge Fornero e le tante situazioni di disagio che ne sono conseguite sono lavoratori in età avanzata e giovani rimasti tagliati fuori dal turn over proprio a causa dell'innalzamento dei requisiti di quiescenza. D'altra parte, le situazioni rimaste ancora irrisolte ed in attesa di risposte dalla politica sono molteplici: dai lavoratori precoci che chiedono di poter uscire con la quota 41 senza ulteriori penalizzazioni, agli esodati in attesa dell'ottava salvaguardia.

Fino ai lavoratori della scuola pubblica ed ai disoccupati in età avanzata, rimasti senza altre prospettive di tutela oltre a quelle ordinarie di welfare.

Pensioni flessibili, le richieste di apertura da parte della Cisl

Stante la situazione, sulla stessa linea di pensiero si confermano anchele richieste di apertura alla flessibilità sostenute dai sindacati, che hanno organizzato per oggi 2 aprile una manifestazione unitaria con l'obiettivo di ottenereuna convocazione da parte del Governo. E se ciò non dovesse risultare sufficiente, le parti sociali restano pronte a proseguire la mobilitazione ad oltranza, con un nuovo appuntamento già in programmaa Roma per il prossimo 19 maggio 2016. "Andremo avanti fino a schiodare il Governo" affermaAnnamaria Furlan del sindacato Cisl, spiegando che è arrivato il momento di "lasciare i posti di lavoro ai giovani".

Uscite anticipate e riforma Inps: Cgil e Uil premono per cambiamento radicale

Sulla previdenza è necessario avviare un "cambiamento radicale", ha evidenziatoil Segretario generale Cgil Susanna Camusso, guidando il Corteo del capoluogo Veneto. Per la sindacalista, è importante riportareil funzionamento della previdenza sul sentiero della solidarietà, visto che "chi va a lavorare a 15 anni non può immaginare di proseguire per un numero di anni infinito".

Toni simili anche da parte di Eugenio Barbagallo della Uil, che ricorda ancora una volta l'importanza di differenziare il lavoro sulla base dell'effettiva attività compiuta. "Non tutti i lavori sono uguali, di usuranti ce ne sono parecchi. L'Inps non può trasformarsi da istituto di previdenzasociale in istituto della povertà sociale, così com'è diventato".

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