'La Scuola non può più sottrarsi alla valutazione - ha dichiarato Giovanni Biondi, presidente dell’Indire al quotidiano 'Repubblica' - è importante valorizzare il lavoro di quei docenti che riescono a svolgere una didattica innovativa contagiando i colleghi e stimolando gli studenti'.

Il problema, però, è che il bonus al merito degli insegnanti è partito tra svariate polemiche e infiniti mugugni e ancora non si conoscono quali saranno i criteri che verranno adottati per l'assegnazione dei premi messi a disposizione dal governo, secondo quella che il ministro Giannini ha definito come una 'riforma culturale', nonchè la 'rivoluzione copernicana' renziana.

Ultime news scuola, martedì 26 aprile 2016: caos nelle scuole per i premi ai docenti?

La 55enne ministro dell'Istruzione ha prima sbattuto la porta in faccia al tentativo dei sindacati di proporre una negoziazione, in ambito locale, delle risorse economiche a disposizione di ciascuna scuola. E ora, dopo la circolare inviata a tutte le scuole, è arrivato il tempo di tirare le somme. C'è chi vorrebbe premiare l'insegnante di lungo corso, quello che ha speso la propria vita al servizio della scuola e che si appresta ad andare (meritatamente) in pensione; c'è chi, invece, vorrebbe elargire i premi a coloro che si impegnano di più nelle attività extra, come quella di portare i ragazzi a teatro la domenica o insegnare la lingua italiana agli stranieri attraverso la creazione di lezioni supplementari.

Parte monitoraggio Miur per vedere cosa succederà nelle varie scuole

Non mancheranno, neppure, le cosiddette 'griglie a punti', dove attraverso voti e incroci, potremo assistere ad un vero e proprio 'campionato italiano del docente', dove il simbolico scudetto sarà conquistato da chi avrà speso il maggior impegno sul piano didattico.

Insomma, da Nord a Sud i criteri per l'assegnazione dei bonus (ricordiamolo, non attribuibili ad una percentuale più bassa del 10 per cento ma nemmeno superiore al 30) saranno soggetti a libera interpretazione o quasi, fermo restando che da oggi parte il monitoraggio del Ministero per cercare di capire cosa succederà nei vari istituti italiani e venire incontro ad eventuali difficoltà.

Tre anni di sperimentazione che il governo si augura possa avere successo: i docenti sono già convinti da tempo del suo fallimento, tanto è vero che si stanno già raccogliendo le firme per la sua abolizione.