L’attenzione massima di questi giorni sul tema della riforma previdenziale si è incentrata sull’APE, l’anticipo pensionistico, la nuova proposta del Governo. Come per altre proposte, idee e soluzioni che politici, tecnici e soggetti vari hanno proposto in questi anni, le critiche sono già aspre. In queste ultime ore da registrare la posizione del Presidente della Commissione Lavoro Damiano che ha sottolineato quali punti correggere della proposta di Renzi.
L’APE ed una penalizzazione troppo grande per i pensionati
La proposta del Governo di fatto prevede la concessione di una certa flessibilità in uscita ai lavoratori, ma limitando l’impatto che queste Pensioni anticipate avranno sulle casse dello Stato.
L’APE quindi prevede pensioni anticipate, penalizzate come importi e soprattutto, pagate da banche ed altri Istituti di Credito. In pratica vengono concesse pensioni in prestito, perché poi i lavoratori dovranno restituire quanto preso in anticipo, a partire dal giorno in cui otterranno la pensione per aver raggiunto i requisiti. In questo modo si raggiungerebbero tre obbiettivi, i classici tre piccioni con una fava. Lo Stato non caccerebbe subito i soldi necessari per la riforma, ma lo farebbero le banche che contemporaneamente ci guadagnerebbero in prestiti ed interessi, a prescindere da chi glieli restituirà. Infine ai lavoratori verrebbe finalmente concessa la tanto agognata flessibilità in uscita.
Per la penalizzazione, la proposta prevede di concedere pensioni penalizzate in base agli anni di anticipo (massimo 3, cioè 63 anni) ed alle condizioni reddituali del soggetto che esce dal mondo del lavoro. L’assegno erogato ai futuri pensionati sarebbe quindi con penalità comprese tra il 3 ed il 12%. Proprio sugli anni di anticipo e sulle penalità concesse, le critiche sono già copiose.
Dopo la UIL, anche Damiano contesta alcuni contenuti dell’APE
Giorni fa la UIL, attraverso il suo Centro Studi, ha gridato all’allarme per via delle forti penalizzazioni a cui andrebbero incontro i pensionati che sceglieranno di uscire in anticipo. Secondo loro ai pensionati l’APE costerebbe una mensilità intera di pensione.
Ieri invece è stata la volta di Damiano che nonostante si sia detto soddisfatto del fatto che il Governo abbia finalmente messo in programma una riforma previdenziale verso la flessibilità, ha indicato i punti della proposta che secondo lui vanno assolutamente corretti. Gli anni di anticipo concesso dovrebbero, secondo Damiano, essere 4 e non 3, cioè si dovrebbe poter lasciare il lavoro già a 62 anni. Inoltre va scongiurato il salasso per i pensionati, con penalità massima, per 4 anni di anticipo, dell’8%. In pratica, il Presidente della Commissione Lavoro cerca di far inserire alcuni capisaldi della sua proposta, lo ormai celebre Disegno di Legge 857 del 2013. A dare manforte a ciò che dice Damiano, l’ottimo risultato della petizione on line su questo DL, lanciata proprio da lui, che nel breve volgere di 3 giorni ha superato le 20mila adesioni.
Per Damiano infine, sarebbe auspicabile che il Governo apra ad una discussione per confrontare le diverse proposte e per cercare di risolvere altre annose questioni come l’ottava salvaguardia, opzione donna e ricongiunzioni non più onerose.