La mobilità 2016/2017 coinvolgerà, naturalmente, anche i docenti dell'organico di potenziamento: coloro che sono stati assunti durante la fase C dell'ultimo piano assunzionale acquisteranno titolarità su ambiti territoriali. Piuttosto curioso il caso esposto da Massimo Iuliano, un docente di Napoli, che scrivendo al sito specializzato 'Tecnica della Scuola', si appella al Ministero dell'Istruzione affinchè tenga in considerazione la sua particolare situazione familiare.

Ultime news scuola, lunedì 23 maggio 2016: marito e moglie assunti in fase C, e ora?

Massimo Iuliano è stato assunto dalla Buona Scuola in fase C ma non solo: anche la moglie, Rosa Fontana, ha 'subìto la stessa sorte'. Entrambi hanno, tra l'altro, avuto la fortuna di ottenere il ruolo nella loro città d'origine, Napoli, ma con la domanda 'volontaria' (messo tra virgolette per ovvie ragioni....) la famiglia rischia seriamente di doversi separare.

Tra l'altro, i due insegnanti sono anche i genitori di due splendidi bimbi di otto e tre anni. Quale sarà la loro sorte? Dovranno separarsi coattivamente? Dovranno provvedere ed accudire i loro bambini lontani l'uno dall'altra?

Massimo e Rosa si appellano al Miur: 'Difenderemo il nostro diritto alla famiglia'

Tutto questo non è umano, scrive Massimo, soprattutto alla luce del fatto che il Ministero dell'Istruzione non ha minimamente tenuto conto del possibile verificarsi di situazioni come queste.

Sebbene esista l'opportunità delle assegnazioni provvisorie, la questione rischia di diventare paradossale.

Pertanto, la richiesta che i due docenti, marito e moglie, intendono formulare al Miur è quella di essere trattati come una famiglia: non si pretende di rimanere ad insegnare nella nostra provincia ma se il loro destino sarà quello di subire uno spostamento, almeno che questo spostamento venga fatto insieme.Ciò che si chiede è che venga tutelato il loro diritto alla famiglia: Massimo e Rosa non credono che la legge non possa fare nulla per loro e, sin da ora, i due docenti si dichiarano pronti a difendere il loro diritto anche davanti a tutte le sedi competenti. Non possiamo pensare che il Miur, conclude la lettera, venga gestito da 'macchine', anzichè da uomini e donne in carne ed ossa.