La UIL ha costruito un prospetto per delineare gli effetti della possibile riforma delle pensioni 2016/2017 all'insegna dell'APE, il prestito pensionistico proposto dal governo Renzi: semplificando al massimo, il rischio è che il pensionando, anche anticipando l'uscita soltanto di un anno, possa perdere una mensilità all'anno. Prima di passare all'analisi dei dati, occorre segnalare alcuni interventi politici sulla proposta: innanzitutto, Cesare Damiano, che si era detto nei primi giorni entusiasta dell'idea del governo, ora sembra fare marcia indietro e ricorda quali sono le urgenze del sistema previdenziale italiano, oltre una 'vera' flessibilità in uscita per tutti, anche il nodo dei lavoratori precoci, l'ottava salvaguardia per gli esodati e la questione dell'Opzione donna.
La Camusso, invece, dopo l'intervista al Corriere della Sera, è intervenuta nuovamente sottolineando un aspetto molto importante: la proposta del governo Renzi serve a finanziare le banche in difficoltà e non a stemperare le iniquità della legge Fornero.
I dati della UIL: ultime novità riforma pensioni oggi 8 maggio
Il prospetto presentato dall'UIL sulla proposta di riforma pensioni 2016/2017del governo Renzi parte da alcune previsioni: innanzitutto, si ipotizza un'indicizzazione all'1% e si immagina che il tasso applicato d'interesse possa essere quello del 3,5% in linea con quello applicato solitamente dall'Inps per i prestiti a carattere pluriennale ai dipendenti pubblici. Ecco quale potrebbe essere il peso dell'uscita anticipata attraverso prestito pensionistico per una Pensioni di milleeuro lordi, partendo dall'ipotesi 'ottimistica' per cui gli interessi e gli oneri siano completamente a carico dello Stato:
- anticipo di un anno: rata da 69 euro al mese pari a 898 euro all'anno per gli uomini, rata da 50 euro e dunque 650 euro l'anno per le donne – se interessi e oneri fossero a carico del pensionando si tratterebbe rispettivamente di 1138 euro e 904 euro;
- anticipo di due anni: rata da 130 euro al mese pari a 1690 euro all'anno per gli uomini, rata da 95 euro e dunque 1244 euro all'anno per le donne – se interessi e oneri fossero a carico del pensionando si tratterebbe rispettivamente di 2175 euro e 1758 euro;
- anticipo di tre anni: rata da 184 euro al mese pari a 2392 euro all'anno per gli uomini, rata da 137 euro e dunque 1790 euro all'anno per le donne – se interessi e oneri fossero a carico del pensionando si tratterebbe rispettivamente di 3131 euro e 2569 euro.
Cesare Damiano e le ultime novità riforma pensioni oggi 8 maggio
Nei giorni scorsi avevano stupito le parole positive che Cesare Damiano aveva speso nei confronti del piano di riforma pensioni 2016/2017pensato dal governo Renzi.
I dati della UIL rappresentano una proiezione realistica di quello che potrebbe accadere e soprattutto sembrano dimostrare come un proposta del genere non possa avere alcuna capacità di attrazione nei confronti del lavoratore pensionando. Damiano, dunque, ha cambiato idea: ritiene che sia assolutamente insufficiente questa tipologia di intervento e che il governo dovrebbe pensare ad altre urgenze oltre a un'uscita che sia realmente flessibile e appetibile per tutti; si tratta della Quota 41 per i precoci, dell'ottava salvaguardia per gli esodati, l'Opzione donna, le ricongiunzioni onerose, l'indicizzazione e i lavori usuranti. Per aggiornamenti su dibattiti e dati, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.