Con il nuovo strumento denominato APE (Anticipo Pensionistico), gli over 63 potranno accedere alla pensione prima del tempo previsto sebbene con la consapevolezza che sarà applicato un taglio che va dal 1% al 3% per ogni anno di anticipo della pensione, e può anche raggiungere il 4% nel caso di assegni pensionistici molto alti.

Anticipo Pensionistico: qual è la novità?

Il 24 maggio 2016 arriva sul tavolo ministeriale la versione dell' APE che sarà presentata ai sindacati e che conterrà la previsione del taglio dei trattamenti pensionistici nella misura dal 1% al 4% come sopradetto.

Questo nuovo meccanismo sarà finanziato in particolar modo dalle banche e dalle compagnie assicuratrici che erogheranno quanto dovuto ai pensionati richiedenti l’anticipo pensionistico mediante l’INPS. In pratica, si tratta di una sorta di ‘prestito’ che poi sarà restituito dal pensionato in rate mensili in base ad piano pluriennale che parte dal momento in cui vengono maturati i requisiti pensionistici per la pensione di vecchiaia.

APE: quali interessi da pagare e chi sono beneficiari?

Trattandosi appunto di un prestito, gli interessi che dovranno essere corrisposti non dai pensionati , bensí dallo Stato agli istituti di credito o alle assicurazioni ‘intermediari’ avranno un costo complessivo che dovrebbe ammontare presumibilmente intorno al miliardo di euro.

Potranno beneficiare e richiedere quindi l’anticipo pensionistico (APE) coloro che hanno compiuto 63 anni a partire dal 2017.

Le proteste dei sindacati

Intanto proseguono le opposizioni dei sindacati (Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil) che insistono nel proporre uno strumento in grado di tutelare il potere d’acquisto delle Pensioni e nel recuperare le somme perdute dai penionati dopo il blocco delle rivalutazioni pensionistiche avutosi nel 2012-2013.

Tra le richieste dei sindacati, ci sono anche:

  • la rivisitazione della legge Fornero in modo da consentire l’uscita anticipata flessibile ed incentivare al tempo stesso l’ingresso dei giovani disoccupati ed inoccupati nel mercato del lavoro;
  • l’estensione del bonus di 80 euro a chi percepisce pensioni minime;
  • l’equiparazione della No tax area tra pensionati e lavoratori.