L'Anief ha dichiarato che, finalmente, sembra esserci qualche risvolto a favore del personale non docente della Scuola. Ci sono più di duemila persone, tra amministrativi, tecnici e ausiliari, che attendono un aumento di stipendio. Questo da tempo era stato disposto in loro favore, ma non si era fatto nulla poiché il Miur ed il MEF continuavano a sottrarsi alle proprie responsabilità addossandosi la colpa l'uno all'altro vicendevolmente. Il MEF ha infatti disposto che tale aumento vengono conferito alle 2 mila unità di cui sopra, così come alle successive 340 secondarie.

Serve solo l'espletamento degli ultimi iter burocratici per riuscire a completare la procedura. A quesito positivo va aggiunta la probabile assunzione di Ata che datempo attendono la stabilizzazione della loro situazione. Da circa due anni, infatti, non avvengono assunzioni a loro favore, nonostante i migliaia di posti vacanti all'attivo. Diverse centinaia sono i lavoratori della scuola in sovrannumero nelle provincie. In totale si contano 7 mila unità da stabilizzare per le quali nulla è stato fatto. Si contano fino a 28 mila posti liberi, a front dei quali sono stati assunti circa 1.644 figure professionali. Una disparità troppo evidente.

Mancano gli equilibri

Il Miur dal canto suo afferma che effettuerà un controllo per verificare se realmente vi sia stata una tale ingiustizia.

In caso di esito positivo, il Ministero della Pubblica Istruzione, si impegna nell'agire in favore dei personale non docente. Si sono verificate quindi delle ingiustizie pregresse che hanno portato ad un arresto della carriera lavorativa di centinaia di migliaia di persone che non hanno potuto sottoscrivere contratti a tempo né determinatoné indeterminato.

Questo rischia di creare un precedente di proporzioni tanto gravi quanto lesive. Non bisogna dimenticare che il termine per i contratti a tempo determinato, ossia precario, è stato fissato nei famosi 36 mesi di servizio in linea con quanto disposto dalla Corte di Giustizia Europea con sentenza del 26 novembre 2014. Inoltre, non è ammissibile che 28 mila posti vacanti siano lasciati tali con un numero così alto di lavoratori lasciati allo sbaraglio.