L'Italia sprofonda nella spazzatura a causa dello sciopero nazionale del comparto di igiene ambientale, indetto per oggi. Il contendere è sempre lo stesso: il rinnovo del contratto collettivo. Le cause sono devastanti per i cittadini e per la loro salute.
Immondizia ovunque
Lo scioperodei netturbini indetto per oggi ha sprofondato l'Italia nel caos. Il 90% dei lavoratori ha aderito alla protesta, nata per il mancato rinnovo del contratto collettivo. Risultato: migliaia di città sommerse di rifiuti, anche perchè la protesta è arrivata di lunedì. Il fine settimana, infatti, la raccolta rifiuti è ridotta al 40%, quindi, in molti si sono ritrovati con i cassetti stracolmi dopo tre giorni di nulla.A Roma, dove lo sciopero è stato totale, si riprenderà la raccolta di rifiuti alle 4.30 di domani mattina, con tutto ciò che ne comporta.In molte città si è cercato di prevenire il tutto, invitando i cittadini a limitare il meno possibile i rifiuti in questa giornata, ma i disagi sono comunque rimasti.
Sindacati ingordi
Ciò che colpisce in questa vicenda è il motivo del contendere che punta il braccio di ferro contro i sindacati. Le aziende, infatti, avevano dato disponibilità a ritoccare il contratto nazionale con aumenti di stipendio dei lavoratori e ampliando la copertura sanitaria, ma questo non è bastato. I sindacati, infatti hanno chiesto più soldi per loro stessi. Quello che preme sono, infatti, gli stipendi dei distacchi sindacali. Da questo orecchio Utitalia non ci sente e a ragione. Le aziende pagano ogni anno 250 dipendenti per permettere loro di lavorare, non al loro interno, ma per i sindacati. In pratica, retribuiscono il "nemico". Situazione a dir poco grottesca, questa, che rende l'idea di come il panorama italiano sia del tutto fuori controllo dal punto di vista lavorativo.Il fatto stesso che lo sciopero sia a cavallo tra il week end e la festa del 2 giugno, rende l'idea di come sia orma un'arma ricattatoria più che di protesta.Nella lotta di potere tra sindacati e stato chi ci rimette è sempre il cittadino, costretto a convivere con disagi non indifferenti, a causa dei capricci del potente di turno.