E' bastato che il Ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, cominciasse a parlare di scuole aperte d'estate nei grandi centri urbani (e a rischio criminalità come Napoli) che già scattano le petizioni online per cambiare il calendario scolastico. L'iniziativa parte dall'Emilia Romagna ed è, come al solito, il sito change.org, ad ospitare la raccolta firme che, in soli due giorni, come riportato dal quotidiano 'Repubblica', ha già raccolto la bellezza di oltre tremila firme.

Ultime news scuola, venerdì 13 maggio 2016: 'Cambiamo calendario scolastico alle primarie'

La questione è nota agli insegnanti. E' la classica domanda che spunta fuori nelle conversazioni tra mamme, magari in attesa che i propri figli escano da Scuola: 'Ma tu in estate come fai?'

Le soluzioni più ovvie sono i 'nonni' e i centri estivi ma è chiaro che una riduzione delle vacanze di un mesetto, con le scuole aperte fino al 30 giugno, darebbe una grossa mano alle famiglie.

Alberta Alessi, mamma di tre figli, ha raccontato a 'Repubblica': 'Non dico per gli altri ordini scolastici, dove i docenti sono impegnati negli esami, ma almeno per le elementari non si può provare questa soluzione?'

Il ragionamento nasce soprattutto dal fatto che per un centro estivo si possono spendere anche 500 euro al mese e diverse famiglie 'sono costrette a rinunciare alla loro vacanza per pagarselo' sottolinea la signora Alessi che si affretta, comunque, a precisare come consideri il lavoro delle insegnanti come il più importante al mondo e che, per questo, andrebbe pagato di più.

Insegnanti già 'umiliati' dalla Buona Scuola, considerati come 'baby sitter'?

Non sono certamente di questo avviso gli insegnanti che, oltre a dover affrontare i problemi legati alla loro professione, come il mancato rinnovo contrattuale o lo 'scempio' causato dai molteplici effetti della riforma Buona Scuola, rischierebbero di ritrovarsi a lavorare di più per lo stesso (basso) stipendio.

L'ulteriore rischio, poi, è quello di venire, soprattutto, considerati più come dei 'baby sitter' che come insegnanti: certamente, non un bel riconoscimento nei confronti del mestiere più difficile del mondo.