I precari della scuola pubblica italiana con oltre 36 mesi di servizio attendevano ieri, martedì 17 maggio, il giudizio della Corte Costituzionale in merito alla legittimità costituzionale riguardante l'abuso dei contratti a tempo indeterminato. La Flc-Cgil, attraverso un comunicato ufficiale, ha espresso, attraverso un comunicato, tutta la propria fiducia verso una risoluzione positiva della questione, auspicando che la sentenza della Consulta possa aprire le porte verso la stabilizzazione di un rapporto di lavoro che, per diversi di loro, si protrae da molti anni.
Ultime news scuola, mercoledì 18 maggio 2016: attesa per decisione Consulta su abuso contratti a termine
Il segretario nazionale Flc-Cgil, Domenico Pantaleo, ha sottolineato, con rammarico, come la Corte Costituzionale abbia ritenuto legittimi solamente gli interventi dei soggetti che fossero parti dei procedimenti, non prendendo in considerazione quelli delle rappresentanze sindacali, nonostante i sindacati abbiano rivestito un ruolo significativo sia nel procedimento presso il Tribunale di Napoli, sia in quello della Corte di Giustizia Europea, conclusosi con la sentenza del 26 novembre 2014.
Dinanzi alla Corte Costituzionale abbiamo affermato i diritti negati ai #precari #scuola https://t.co/b3F1wXkzlT pic.twitter.com/LCnnafW70x
— FLC CGIL Nazionale (@FLCCGIL) 17 maggio 2016
In ogni caso, durante la discussione davanti ai giudici della Corte Costituzionale, le rappresentanze sindacali hanno, comunque, avuto l'opportunità di evidenziare il fatto che la riforma Buona Scuola, ovvero la legge 107, abbia sancito l'esclusione di un'ampia platea di lavoratori, nonostante questi ultimi fossero in possesso dei requisiti per ottenere la loro stabilizzazione, requisiti giudicati pienamente legittimi dalla Corte di Giustizia Europea.
I precari attendono con speranza: 'La Buona Scuola esiste già, manca la volontà di riconoscerla'
In attesa della sentenza della Consulta, intanto, i precari sperano, come, purtroppo, hanno dovuto fare in questi anni e si chiedono cosa potrebbe accadere nel caso in cui i giudici riconoscessero, finalmente, il loro diritto ad essere stabilizzati: a quel punto, il concorso 'farsa', 'truffa' e 'inutile', come è stato definito dalla stragrande maggioranza degli insegnanti, avrebbe ancora meno senso, troverebbe davvero ben poche giustificazioni. Ciò che non vuole riconoscere il governo è che, in fondo, la Buona Scuola esiste già: una verità che, però, non è affatto 'conveniente'.