La proposta del ministro Giannini per mantenere le scuole aperte d'estate sta suscitando un vespaio di polemiche: la notizia di ieri era che i docenti che si presteranno a queste attività estive (e, forse, allargate anche alle domeniche e alle giornate di festa) verranno pagati 'non molto' (citazione testuale), ma che comunque il progetto partirà. La funzione del programma 'Scuole al centro', che sarà attivato in via sperimentale nelle grandi città (Milano, Roma, Palermo e Napoli), sarebbe quella di limitare la dispersione scolastica e dare ai giovani un luogo dove 'stare' in estate piuttosto che trascorrere il tempo per strada: in questo senso, verrebbero attivati corsi di musica, laboratori artistici e di taglio e cucito, insomma una serie di attività variegate per attirare quanti più allievi è possibile.

Vera lotta alla dispersione con le scuole aperte d'estate?

La domanda, però, che molti docenti hanno iniziato a porsi è se questa sia la vera soluzione per la dispersione scolastica e se questa piaga non debba, invece, essere combattuta durante l'anno scolastico, quando si fa veramente didattica e si cerca realmente di formare i giovani; il progetto della Giannini prevede attività assolutamente secondarie nella formazione dell'uomo e del cittadino ed è chiaro che le scuole diverrebbero semplicemente un luogo come un altro, facoltativo come ogni altro, per trascorrere il tempo estivo – questa in poche parole la posizione di un docente che ha scritto una lettera che sta facendo il giro del web.

La sua provocazione riguarda il fatto che c'è da aspettarsi che, a questo punto, le scuole chiudano d'inverno: la motivazione addotta dall'insegnante riguarda lo stato in cui verserebbe la Scuola italiana, in cui la vera didattica è di fatto ostacolata da una serie di problemi, connessi ai tagli all'istruzione, tra cui le classi con circa 30 allievi, dove è impossibile lavorare e ottenere importanti risultati.

La dispersione scolastica si combatte d'inverno e non con le scuole aperte d'estate?

La lettera contiene anche una serie di proposte concrete: innanzitutto, invece di avere le scuole aperte d'estate, bisognerebbe curare le scuole quando sono realmente attive, e cioè eliminare le classi-pollaio, badare all'edilizia scolastica, investire nella formazione dei docenti (non attraverso percorsi truffa come quelli TFA e PAS o il concorso scuola che si sta tenendo in questi giorni), riformulare il curricolo delle scuole e, soprattutto, curare realmente lo spirito critico dei discenti.

La proposta si chiude, poi, con una richiesta. Il ministro Giannini dovrebbe fare 'coming-out', uscire allo scoperto e dare le dimissioni. Per aggiornamenti sul nodo del progetto 'Scuole al centro', cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.