Una Scuola ha deciso di ‘ribellarsi’ contro il bonus merito docenti e al dirigente scolastico che dovrebbe elargire i 'premi'. È accaduto in una scuola di Montemarciano-Marina, dove il 52% degli insegnanti della scuola ha deciso di non voler beneficiare della premialità. Si tratta del primo caso del genere e la notizia risulta essere piuttosto importante: la questione del bonus, infatti, è una delle più criticate della riforma della ‘Buona scuola’; coloro che si oppongono rifiutano l’idea di una scuola-azienda in cui il preside, come una sorta di amministratore delegato, può decidere a chi distribuire i ‘premi aziendali’.
Perché la ‘ribellione’ contro il bonus merito docenti?
Le motivazioni della ribellione dei 50 insegnanti di Montemarciano-Marina contro il bonus merito docenti sono di varia natura e riguardano tutta una serie di aspetti che vanno dall’organizzazione della scuola italiana a questioni che riguardano la didattica. Innanzitutto, si rifiuta l’idea di una scuola gerarchizzata dove il docente ‘meritevole’ deve essere colui che riesce a farsi maggiormente ben volere dal preside; in secondo luogo, si rigetta l’idea di una didattica standardizzata (sull’esempio dell’Invalsi) e il fatto che, per accrescere il livello della scuola (e accedere a maggiori fondi), si debbano necessariamente promuovere tutti gli allievi, a discapito della loro reale formazione come cittadini e come persone.
Le indicazioni ministeriali e la diffusione della protesta contro il bonus merito docenti
I docenti della scuola hanno anche sottolineato un altro aspetto: i criteri per il bonus meritopredisposti dal Miur sono talmente vaghi e soggettivi da non permettere una valutazione oggettiva dell’operato dei docenti, qualora l’oggettività, nel mondo della formazione, sia realmente possibile.
Le domande che attraversano il documento dei docenti ribelli riguardano la mancanza di oggettività delle indicazioni ministeriali. Ad esempio, come si valuta la qualità dell’insegnamento? Il pericolo, secondo i docenti ‘ribelli’, è che si valuti semplicemente a partire dal numero di allievi promossi. Come si possono valutare le ‘buone pratiche didattiche’?
Ancora una volta, il criterio rischia di divenire quello di un lassismo assoluto a discapito della formazione degli allievi, oppure la capacità di accondiscendere alle richieste dei presidi. Come si valutano, infine, le responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo? Secondo i ‘ribelli’, verranno premiati i docenti che effettueranno compiti che non rientrano nel proprio contratto. La protesta contro il bonus merito docenti, insomma, si sta diffondendo, così come quella contro la ‘chiamata diretta’. Per aggiornamenti, cliccate su ‘Segui’ in alto sopra l’articolo.