Le ultime disposizioni sul bonus merito docenti entrerebbero in contraddizione sia con la stessa normativa della legge n. 107 del 2015 sia con la Costituzione: questa la teoria dei legali della Gilda degli insegnanti che hanno dato avvio a un procedimento giudiziario presso il TAR del Lazio. La battaglia contro la 'Buona Scuola', insomma, si gioca su più livelli: da un lato il referendum abrogativo che, però, rischia il fallimento per il mancato raggiungimento del numero adeguato di firme; dall'altro la nuova azione legale avversa alle disposizioni del Miur.
Quali sono, dunque, gli elementi di disparità di trattamento e di incostituzionalità presenti nei provvedimenti per il bonus merito?
Disparità e incostituzionalità: il TAR deciderà sul bonus merito docenti
In settimana, l'avvocato De Grandis della Gilda degli Insegnanti ha notificato al TAR Lazio un ricorso riguardante la ripartizione del fondo per la valorizzazione del merito dei docenti. Il nodo del contendere è soprattutto uno: le circolari attuative che il Miur sta emanando prescrivono che il bonus possa essere concesso soltanto agli insegnanti di ruolo e non a coloro che si trovano con un contratto a tempo determinato. Questa disparità di trattamento contraddice la stessa legge della 'Buona scuola' che, nel comma 126, sancisce che il fondo per la valorizzazione del merito sia distribuito all'interno della dotazione organica delle scuole, senza fare distinzione tra docenti di ruolo e a tempo determinato.
In realtà, però, è la stessa legge a cadere in contraddizione con se stessa e questo è il motivo per cui si presentano anche profili di incostituzionalità: nel comma 128 della legge 107/2015, infatti, si richiede che i dirigenti scolastici distribuiscano i bonus soltanto tra i docenti di ruolo. Ad essere violati sarebbero gli articoli n.
3, n. 51 e n. 97 della Costituzione la clausola n. 4 dell'Accordo Quadro della Direttiva Europea n. 70 del 1999. Per aggiornamenti sulla questione del bonus merito docenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.