Secondo i dati raccolti dalla Camera di Commercio di Milano, il numero delle start up innovative iscritte al Registro delle Imprese è in aumento del 5,8% rispetto allo scorso anno e, di queste, oltre il 30% riguarda la realizzazione di app, software e servizi alle imprese. A fondarle sono soprattutto team di giovani under 35, come nel caso dell'ormai famosa Easyfeel, nata tra i banchi della Bocconi nel 2014, di MySecretCase, il primo sexy shop online al femminile in Italia, e della più recente Mario App, per gli amici anche “Mario”, pronta a rivoluzionare il mondo del lavoro, domestico e non solo, su scala per il momento milanese ma presto anche pluri-metropolitana.

“Ma chi è questo Mario?” cantava Dario Vergassola in un suo noto sketch musicomico. Mario è l'app che promette di risolvere i problemi domestici dell'utente in meno di 5 minuti. Questo il funzionamento: dopo averla scaricata gratuitamente da GooglePlay o Apple Store, si scatta una foto e si descrive la natura dell’intervento richiesto, si preme invio e in pochi minuti si ottengono le prime risposte dei professionisti del network. Ancora più funzionale, specie per la frenesia tutta cittadina di chi fatica a conciliare lavoro, vita sociale e gestione degli inconvenienti domestici, il servizio di pronto intervento, novello factotum della generazione post-Pagine Gialle. In questo caso si sceglie, tra le categorie presenti, la figura professionale che meglio risponde alle proprie esigenze (un idraulico se si è rotto un tubo, un elettricista se l'impianto è andato in tilt, un vetraio se si è crepato un vetro, ecc.) ed il sistema trova in tempo reale quella più vicina, più economica e meglio recensita dagli altri utenti.

Mario si propone, infine, soprattutto in caso di progetti più a lungo termine quali, ad esempio, le ristrutturazioni edilizie, di fornire supporto e consulenza attraverso servizi di live chat in cui scambiarsi foto, informazioni tecniche ed aggiornamenti.

Al di là dell’effettiva utilità per i consumatori, tutelati da una rete dove poter comunicare in maniera trasparente disservizi o anormalità, a rendere particolarmente degna di merito l’operazione del giovane team calabrese di Mario, ora in pianta stabile tra Milano e Chiasso, è la ricollocazione degli individui appartenenti alla fascia d’età, quella tra i 45 e i 50 anni, più colpita dalla disoccupazione immediatamente dopo i giovani under 30.

Un po’ come per Uber negli States, l’app di trasporto privato tramite cui file di senza lavoro si sono reinventati un mestiere, anche in Mario, compatibilmente con la sua diffusione, ha trovato spazio una parte di quegli artigiani, operai e liberi professionisti su cui la crisi e la conseguente chiusura di aziende e fabbriche aveva agito come una falce.

Secondo i dati Istat aggiornati al 30 aprile 2016, la situazione infatti migliora lievemente ma non eccelle, attestandosi su un tasso di disoccupazione pari al 11,4%. In tempi di Primo Maggio, insomma, il bilancio rimane amaro, o forse agrodolce, dove a far la parte della zolletta, con la loro vigorosa tenacia, sono ancora una volta i giovani che restano.