Oggi vogliamo semplicemente riflettere su come si diventa insegnanti, visto che ci sono ancora numerosi dubbi a riguardo. Sul III ciclo TFA abbiamo chiesto il parere in esclusiva di Alfredo Pudano, responsabile del movimento spontaneo In-Segnanti, e che si è sempre mosso, in prima linea, per sottolineare le storture del concorso Scuola, come la foto denuncia che potrebbe dimostrare che lo stesso sia stato pilotato dall'esterno.

Come si diventa insegnanti?

La novità riportata da Orizzonte Scuola è che nei prossimi concorsi si potrà accedere solo se il candidato avrà conseguito un determinato numero di CFU in discipline atro-psico-pedagogico, in metodologie e tecnologie didattiche.

I crediti minimi da raggiungere saranno 24, che potranno essere acquisiti anche come crediti aggiuntivi. Stando quindi al decreto del 29 marzo 2016 n. 42, il Governo sta rimettendo in discussione i titoli di accesso per i futuri concorsi. Altra novità riguarderebbe una nuova riforma sulle cdc, che era già stata preceduta da un riordino che probabilmente non ha ottenuto i risultati sperati.

Per quanto riguarda l'iter su come si diventa insegnanti, cambierà il modo di conseguire l'abilitazione, ovvero ai prossimi concorsi verrà richiesto come titolo di accesso la laurea magistrale e per le discipline artistico e musicali il diploma di II livello. I vincitori verranno assunti con un contratto a tempo determinato della durata di 3 anni.

Nel primo anno verrà conseguito il diploma di specializzazione all'insegnamento, mentre nei successivi sono previsti tirocini e il graduale inserimento del docente nella sua funzione. Terminato il percorso, l'insegnante, se valutato positivamente, potrà sottoscrivere un contratto a tempo indeterminato. Questo significa che il candidato per riuscire a svolgere la sua amata professione dovrà attendere nel migliore dei casi 8 anni (compresi, ovviamente gli studi universitari 3+2).

Che valore ha il TFA?

Alla luce dei numerosi ricorsi sul concorso scuola e di cui Max Bruschi ne ha evidenziato le conseguenze se venissero accolti, il corpo docente non abilitato si chiede quale sia la reale spendibilità del TFA. In tal senso abbiamo chiesto in esclusiva il punto di vista di Alfredo Pudano, docente abilitato di Reggio Calabria.

A breve dovrà essere indetto un terzo ciclo tfa. In realtà si aspettava già da gennaio. Ma alla luce dei ricorsi del concorso scuola consigli ai tuoi colleghi di partecipare all’abilitazione?

La situazione è abbastanza controversa, perché non è realmente chiara. L'abilitazione, almeno per il momento, è condicio sine qua non per poter accedere al concorso e per diventare insegnanti a tempo indeterminato. Bisogna sottolineare che l'abilitazione non è più garanzia per poter lavorare. Quindi chi crede che l'insegnamento sia la propria missione consiglio di farlo altrimenti no.

Però, secondo l'articolo 23 della riforma, al concorso si potrà accedere tramite titolo.

Ciò avverrà quando la legge 107 entrerà a regime.

Verosimilmente il prossimo concorso scuola del 2019 sarà aperto a tutti gli abilitati ex ante della legge 107 e ai nuovi abilitati. Il percorso specifico non potrà essere esaurito nei 3 anni che verranno. Quindi orientativamente il regime lo prevede da qui ad altri 5 anni almeno.

Sul nuovo iter quali sono le tue considerazioni?

Cambierà il percorso per accedere all'abilitazione e non ritengo sbagliata la nuova metodologia di reclutamento. Il problema è l'assenza di rispetto del preesistente: avrebbero dovuto prima risolvere tutte le graduatorie e quindi tutti gli abilitati con dieci anche quindici anni di lavoro, che non hanno più la possibilità di reinventarsi.

Noi ringraziamo Pudano per la sua disponibilità e vi informiamo che su 'Change.org' è già partita la petizione in cui viene richiesta l'eliminazione del numero chiuso per il TFA. Per rimanere aggiornati sul mondo della scuola, seguiteci.