Mancano pochissimi giorni all'inizio della Maturità 2016 e gli studenti cercano sempre di poter ripetere tutto in poco tempo possibile. Le materie da studiare però sono tante e il tempo sembra essere sempre molto poco. Vediamo allora alcuni appunti sulla vita e il pensiero di due autori molto gettonati per gli Esami di Stato. Si tratta di Giuseppe Ungaretti e Antonio Gramsci.

Ungaretti: vita e poetica

Ungaretti nasce nel 1888 ad Alessandria d'Egitto. Andò a Parigi per poter studiare e in questo periodo vennein contatto con il simbolismo francese. Ciò influì molto sulla sua formazione.

Ritornò poi in Italia e partecipò alla Prima Guerra Mondiale.Andò in Brasile ad insegnare letteratura italiana, e dopo la morte del figlio tornò in Italia adinsegnare letteratura moderna. Morì nel 1970 a Milano.

Ungaretti concepisce la poesia come uno strumento per poter conoscere la realtà. Egli infatti ritiene che la conoscenza della realtà si raggiunge per via analogica e non scientifica. La sua poesia contiene tutto il senso del dolore e l'angoscia esistenziale. Nelle raccolte principali di Ungaretti troviamo tutte le impressioni della Prima Guerra Mondiale. I temi principali sono senza dubbio l'attaccamento alla vita, il cuore pieno di dolore e il sentimento per la vita che è precaria. Le poesie di Ungaretti sono brevi e ridotte, ma piene di significato.

In esse racchiude le sue impressioni e la condizione umana. Egli usa i mezzi tecnici dei simbolisti spesso abolendo la punteggiatura e usando pause e spazi bianchi.

Gramsci: poetica e vita

Nasce nel 1891 e muore nel 1937. La sua famiglia era abbastanza modesta e dopo gli studi liceali si iscrisse alla facoltà di lettere a Torino.

Si iscrisse anche al Partito Socialista e collaborò anche con l'Avanti come critico teatrale. Dopo un soggiorno a Vienna, nel 1924 tornò in Italia dove condusse una lotta contro il fascismo. Lo scioglimento dei partiti e le regole ferree del fascismo lo condussero all'arresto. Gramsci non inoltrò la domanda di grazia, ma al contrario cominciò a concentrarsi in un'attività teorica del marxismo.

In campo estetico e letterario, alla base del suo pensiero troviamo un nesso inscindibile che deve unire lo scrittore al popolo. Nasce la polemica contro il cosmopolitismo e contro l'apoliticismo.La letteratura secondo l'autore avrebbe dovuto essere nazionale e popolare. Gramsci considerava De Sanctis come il migliore esponente della cultura della borghesia nazionale mentre Croce ne indicava la fase conservatrice.