Con il passare dei giorni cresce sempre di più l'ansia dei maturandi. La preoccupazione principale per gli studenti che dovranno sostenere l'Esame di Maturità 2016 è senza dubbio il colloquio orale. Ripetere tutti i programmi in così poco tempo non è affatto semplice ma avere degli appunti sintetici e ricchi di contenuto è senza dubbio un aiuto importante. In questo articolo vedremo il pensiero e la vita di Giovanni Pascoli e Giacomo Leopardi.

Giovanni Pascoli: vita e pensiero

Pascoli nasce a San Mauro di Romagna nel 1855 e la sua vita fu colpita da diversi lutti.

Continuò comunque a studiare vincendo anche una borsa di studio che gli ha consentito di frequentare all'università la facoltà di Lettere. Conobbe anche l'arresto e trascorse tre mesi di carcere. Quando fu liberato riprese gli studi e si laureò, cominciando poi la carriera come insegnante di latino e greco.

Pascoli ebbe una concezione dolorosa della vita e le cause di tutto ciò furono senza dubbio il dramma familiare e la crisi del positivismo. I diversi lutti che ha affrontato gli inculcarono l'idea del 'nido familiare' da ricostruire. Di questo nido facevano parte sia i vivi e sia i morti. I suoi miti crollarono poi con la crisi del positivismo. Il poeta riconosce l'impotenza della scienza nel risolvere i problemi umani e la accusa di aver reso l'uomo infelice.

Per Pascoli solo il poeta con la sua visione del mondo può scoprire il segreto della vita universale. Il fanciullino è in tutti gli uomini ma molti sono distratti da altre cose per cui il fanciullino tace. Pascoli divide la poesia in due nodi principali:

  • poesia pura: fatta di stupori il cui oggetto principale non è solo la natura ma anche la guerra e le armi
  • poesia applicata: fatta di drammi e grandi romanzi.

Elementi fondamentali del decadentismo di Pascoli sono innanzitutto il simbolismo cioè vedere le cose con le loro caratteristiche reali.

Abbiamo poi la visione della poesia come strumento di conoscenza e il senso di smarrimento che perviene dalle voci dello spirito.

Leopardi: il pensiero e cenni sulla vita

Leopardi nasce a Recanati nel 1798. La sua famiglia eradi origini nobili ma il patrimonio andava sempre più riducendosi portando seri problemi economici. L'ambiente di famiglia era abbastanza chiuso e severo, distaccato dal mondo.

Leopardi era un giovane abbastanza solitario che si dedicava soltanto allo studio, sia con l'aiuto di precettori e sia autonomamente. Comincia a vedere Recanati come una prigione dalla quale vuole scappare e riesce ad evadere grazie a Giordani. Nel 1833 si trasferisce a Napoli dall'amico Antonio Ranieri dove muore nel 1837.

Il pensiero di Leopardi si articola in diverse fasi. Il tutto è incentrato sull'idea che ogni uomo è destinato ad una profonda infelicità. Ogni uomo nasce con il desiderio del piacere infinito e assoluto e per questo motivo è destinato ad essere perennemente infelice. Abbiamo diverse fasi del pessimismo leopardiano:

  • Pessimismo Storico: La sua epoca è infelice. La natura è benigna ma la ragione è nemica dell'uomo e il progresso lo ha reso infelice. La natura porta l'uomo ad illudersi e così facendo egli non percepisce l'infelicità
  • Pessimismo Cosmico: L'infelicità riguarda ogni creatura, indipendentemente dall'epoca storica a cui esse appartengono. Non vi è altro che la natura e non c'è una vita ultraterrena. Il male è dovuto a cause esterne come la malattia, la fame e le calamità naturali. Da qui nasce il pensiero della natura maligna. Di fronte a ciò l'uomo dovrebbe essere più solidale in modo da allearsi contro la natura.

Il classicismo di Leopardi è definito romantico poiché egli ritiene che i classici vadano imitati per costruire un rapporto con la natura benigna affinchè essa possa avere effetti benefici sull'uomo come accadeva con gli antichi.