Le novità sulle pensioni aggiornate ad oggi 18 giugno ci informano sulle dichiarazioni di Giuliano Poletti in merito al documento dell'Eurogruppo, critico sulla flessibilità in uscita. Prima di approfondire il tema odierno, ricordiamo che nella giornata di ieri abbiamo trattato la discussione inerente Cesare Damiano e la sua posizione sulla riunione tra sindacati e governo di martedì scorso, oltre ad aprire una finestra sui lavoratori precoci, tenuti ancora prigionieri dalle maglie della legge Fornero.

Pensioni, le rassicurazioni di Poletti

Le ultime notizie sulle pensioni hanno per protagonista il ministro del Lavoro Poletti, che ha voluto rassicurare tutti sull'ultimo documento dell'Eurogruppo.

In tale documento si legge una critica nei confronti delle forme di flessibilità in uscita. Flessibilità che è l'argomento di discussione principale in Italia, su cui l'esecutivo Renzi sta lavorando per trovare un accordo con i sindacati per presentare una proposta definitiva entro settembre, come auspicato da Damiano, da inserire nella Legge di Stabilità per il 2017.

Il ministro, presente ad un convegno su Garanzia giovani a Firenze, ha affermato che il documento in questione non è indirizzato all'Italia, sottolineando come sia l'Unione Europea dia fondamentalmente una linea generale che riguarda tutti i Paesi. In particolare, Poletti ci ha tenuto a ripetere un concetto fondamentale, quello sull'equilibrio.

Per il ministro del governo Renzi, il sistema previdenziale italiano è in equilibrio.

Nonostante ciò, ha proseguito il ministro del Lavoro, l'Italia è chiamata a "correggere quegli elementi che provocano un tasso di ingiustizia". Questo è un passaggio fondamentale delle dichiarazioni rilasciate dall'ex presidente nazionale della LegaCoop, che aprono a scenari molto interessanti in vista della riforma che il governo presenterà, sotto forma di proposta definitiva ai sindacati prima e in parlamento poi.

Che accontenti o meno la popolazione sarà il tempo a dirlo.

In riferimento alla legge Fornero, Poletti ha confessato che è stata una legge "fatta male", il cui errore più grande è stato quello di non aver "gestito la transizione", sottolineando come manchino due punti ritenuti fondamentali ad oggi, "tasso di flessibilità" e "gradualità".

Due elementi che l'esecutivo è chiamato a riportare in vita con una nuova proposta. Da qui l'Ape, l'anticipo pensionistico, attraverso cui il lavoratore può andare in pensione fino a 3 anni prima rispetto al tetto fissato dalla Fornero, vale a dire 66 anni e 7 mesi.

La scure dell'Unione Europea

Il recente documento dell'Eurogruppo non sorprende più di tanto gli addetti ai lavori. L'Unione Europea aveva infatti in più di un'occasione espresso il suo pensiero sulla flessibilità in uscita, un pensiero sostanzialmente negativo. Già ad inizio anno si parla di carriere lavorative da 40-45 anni di contributi, senza interruzioni. Ciò lo si poteva leggere nel documento "relazione 2015 sull'adeguatezza delle Pensioni".

A suo tempo, avevamo definito ciò una semplice utopia.

Con l'ultimo documento, l'Ue è tornata a chiarire fondamentalmente quello che è il suo pensiero in tema previdenziale. Un pensiero che non trova un'accoglienza per così dire positiva da parte dei lavoratori. Per approfondimenti sulle dichiarazioni del ministro Poletti, vi rimandiamo all'articolo de Il Sole 24 ore redatto ieri dal titolo "Pensioni, Poletti: la critica dell'Eurogruppo non riguarda noi".